L'importanza del silenzio. 3 motivi per cui è soprattutto lo Scudetto di Inzaghi

L'importanza del silenzio. 3 motivi per cui è soprattutto lo Scudetto di InzaghiTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 23 aprile 2024, 00:45I fatti del giorno
di Daniele Najjar

Ascoltando le interviste post-partita, dalla dirigenza ai giocatori non c'è un protagonista di questo Scudetto che non celebri, prima di tutto, il lavoro fatto da Simone Inzaghi. Ben oltre alle frasi di rito dove si fanno i complimenti un po' a tutti, come giusto che sia in uno sport di squadra. Perché sarà doveroso e giusto celebrare un po' tutti, a partire dai dirigenti (oltre che dai giocatori) che con Marotta alla guida hanno gestito in maniera magistrale sessioni di mercato con poche risorse a disposizione. Ma lo stesso Marotta in particolare si è dilungato nel sottolineare alcuni aspetti che riprendiamo per celebrare il tecnico che quest'anno ha fatto il suo capolavoro.

1 - In un ristorante da 100 euro, con 10 euro.

Non ce ne voglia Antonio Conte, cui abbiamo parzialmente rubato la citazione dai tempi della Juventus, ma di fatto Inzaghi venendo all'Inter ha accettato di portare avanti un progetto che partiva con dei big da sacrificare e dei sostituti da inserire. Marotta su questo aspetto ha infatti detto a Dazn: "Ha valorizzato al massimo ciò che gli abbiamo messo a disposizione". Perché sarà anche vero che quella della Beneamata fosse la rosa più forte di tutte, a detta di molti. Ma crediamo sia giusto evidenziare come a questa consapevolezza collettiva ci siamo arrivati anche e soprattutto grazie al lavoro che il suo comandante ha portato avanti, per far fiorire tanti singoli che prima dell'Inter non erano considerati allo stesso livello di oggi. Con 10 euro ha usato gli ingredienti che aveva, per cucinare grandi ricette, in Italia ed in Europa, anche in ristoranti da 100 euro come quello della finale di Champions giocata alla pari. 

2 - Il valore del silenzio.

Pochi secondi prima che arrivasse Marotta e dicesse la suddetta frase (fra le altre) di elogio, il fratello di Simone, Pippo, aveva appena sottolineato dagli studi televisivi come il tecnico nerazzurro non si fosse mai lamentato anche a fronte di cessioni eccellenti avvenute in questi anni. Questo è un altro valore: quello del silenzio e della pazienza, dell'accettare un compito non facile senza per forza andare di fronte alle telecamere a mettere "le mani avanti". Di costruire, anche quando il tuo attaccante di riferimento se ne va lasciando un vuoto. Inzaghi ha accettato questo compito e ne ha fatto un capolavoro. 

3 - Non durezza, ma empatia.

Negli anni non è sempre filtrata l'empatia che oggi si nota nel gruppo squadra, fra i giocatori e l'allenatore. In particolare ci sono stati momenti in cui si poteva avere il dubbio che questa barca stesse andando in una direzione nella quale tutti stessero remando all'unisono. Ricordate quel famoso derby della doppietta di Giroud, con le tante critiche ed i malcontenti per l'operato del tecnico? E qui riprendiamo di nuovo le parole di Marotta di questa sera: "E' un piacere vedere che Inzaghi abbia un modo di relazionarsi perfetto con questo gruppo. Non è un tecnico duro, ma uno con cui i giocatori si sentono a loro agio". Anche qui Inzaghi ha lavorato con pazienza, creando una vera e propria famiglia: raramente i tifosi nerazzurri hanno sostenuto un gruppo così unito. Tutti, dal primo all'ultimo, dai tifolari alle riserve, non fanno che dire: qui ci divertiamo, ci piace stare insieme. Chapeau, Simone.