Bisseck, stagione in salita: quando il fallo di mano oscura la crescita
La stagione di Yann Bisseck si sta rivelando una delle più complicate dell’intera Serie A. Un’annata iniziata tra malumori, poco spazio e un rapporto mai realmente sbocciato né con la società né con l’allenatore. Il paradosso è che ora che il difensore tedesco gioca con maggiore continuità, emergono limiti che rischiano di segnare in modo pesante il suo percorso in nerazzurro.
In estate l’addio sembrava vicino. Il suo destino era legato a quello di Marc Guehi, con il Crystal Palace pronto a muoversi solo in caso di cessione dell’inglese al Liverpool. Il muro del club londinese ha congelato tutto e Bisseck è rimasto. Con l’arrivo di Chivu sembrava potesse trovare più spazio, ma la difesa è rimasta saldamente nelle mani di Bastoni, Acerbi e del nuovo acquisto Akanji. Anche di fronte a prestazioni non sempre convincenti di Acerbi, le occasioni per il tedesco sono arrivate col contagocce, troppo distanti tra loro per costruire continuità.
L’infortunio dell’ex Lazio ha però riaperto le porte: Bisseck ha finalmente giocato più gare consecutive. Ed è qui che emerge il problema. Se la fase difensiva mostra segnali di crescita, c’è una costante che torna a galla in modo preoccupante: il fallo di mano. Dal rigore concesso al Genoa alla prima giornata della scorsa stagione, passando per quello contro la Lazio nel penultimo turno, fino all’episodio recente contro il Bologna, il copione si ripete. Sempre rigori pesanti, sempre punti persi.
Non è più una coincidenza, ma un limite strutturale. Bisseck sembra voler dimostrare il suo valore, forse anche “vendicarsi” di un lungo periodo ai margini, ma finisce spesso per complicare le partite dell’Inter. Il Mondiale resta un obiettivo, ma così il futuro in nerazzurro appare sempre più in bilico. Per crescere davvero, il primo avversario da battere sembra essere proprio se stesso.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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