Agresti: "Skriniar, che strappo. Vanno ripristinati gli indennizzi per chi lascia a parametro zero"

Agresti: "Skriniar, che strappo. Vanno ripristinati gli indennizzi per chi lascia a parametro zero"TUTTOmercatoWEB.com
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mercoledì 25 gennaio 2023, 15:50News
di Marco Corradi

La situazione di Milan Skriniar, con le parole dell'agente e quell'attacco frontale all'Inter proprio mentre lo slovacco veniva espulso, fanno riflettere Stefano Agresti. Il giornalista, nel suo editoriale sulla Gazzetta dello Sport, riassume così la situazione dello slovacco: " Tutti conoscono le condizioni economiche dell’Inter, tutti sanno che nonostante le acclarate difficoltà di bilancio - ha provato a trattenere Skriniar andando perfino oltre le proprie possibilità, con un’offerta da sei milioni netti più bonus a stagione. Se non lo ha ceduto al Psg l’estate scorsa è soprattutto perché ha creduto di poterlo convincere a rimanere. Un’illusione, alimentata dal giocatore e dal suo procuratore. Un’illusione nella quale i dirigenti nerazzurri non dovevano cadere. Ma come può sostenere Sistici che è stata l’Inter ad avere messo Skriniar sul mercato sei mesi fa? Se lo avesse davvero fatto, poi lo avrebbe anche ceduto al Paris Saint-Germain. E avrebbe incassato 50 milioni, anziché i 15-20 che spera di prendere ora". 

Agresti allora propone un ritorno al passato: perchè non ripristinare gli indennizzi per chi lascia a parametro zero, eliminati con la legge-Bosman? Le sue parole: "Sono sempre più di i giocatori che lasciano le squadre da svincolati, visto che il calciomercato è cambiato dopo il Covid. Un clima da Far West, appunto, che richiede regole nuove. Una su tutte, la più urgente: individuare un metodo per indennizzare le società che perdono i calciatori a zero. Fino al 1995 e all’introduzione della legge Bosman, esistevano i cosiddetti parametri che garantivano un’entrata ai club nel momento dell’addio a scadenza di contratto. Adesso occorre un istituto del genere, studiato e concordato a livello europeo affinché non sia in contrasto con le norme dell’Ue. Altrimenti le società, soprattutto quelle che crescono i giovani, saranno sempre meno stimolate a compiere il loro percorso virtuoso: perché devo investire energie e denaro per coltivare un talento che poi se ne va a zero, magari sbattendo la porta?".