L’Inter bella e fragile a Natale si regali la cattiveria
Chissà cos’è.
Da qualche anno ci arrovelliamo sulle cause che impediscono ad una squadra ritenuta fortissima, dal gioco spettacolare e organizzato, di raggiungere grandi traguardi.
Il bicchiere fino a un anno e mezzo fa era mezzo pieno, ora è decisamente il contrario.
In quattro anni questa meravigliosa macchina da calcio ha vinto due scudetti, due coppe Italia e tre Supercoppe.
Oggi però la riflessione pende decisamente più verso ciò che i giocatori si sono fatti sfuggire in questo stesso periodo. Succede perché l’Inter arriva sempre più spesso ad un soffio dal successo smarrendosi sul più bello. L’ultima partita col Bologna ha fornito un ulteriore conferma di come il problema sembri irrisolvibile e misterioso. I calci di rigore tirati con quella sufficienza sono emblematici.
Il dato impietoso dice che:
in cinque anni ha perso una finale di Europa League, due finali Champions, una finale di Supercoppa, in Campionato è arrivata seconda ad un punto dal Milan prima e dal Napoli poi. Non vince mai ai calci di rigore e perde o pareggia praticamente ogni scontro diretto.
Se arrivasse quarta o quinta non ci sarebbero tante discussioni. Si parlerebbe di squadra non abbastanza forte e andata oltre i propri limiti, con ricadute su scelte societarie e discussioni in allegato.
L’Inter però arriva spesso agli appuntamenti da favorita, lotta per il titolo e si perde in errori disgraziati, ingenuità imperdonabili, magari anche per errori arbitrali gravi come al Maradona, che non spiegano però come questo gruppo non sappia mai uscire da situazioni difficili.
Ognuno ha delle spiegazioni e io temo, senza avere alcuna certezza, che i giocatori siano davvero forti ma non vincenti nell’animo. Generosi, volitivi ma ingenui e soprattutto fragili.
Non è una colpa purtroppo, in quel caso si potrebbe porre rimedio.
Il carattere non si cambia e per questo è una semplice spiegazione di una storia che si ripete da tempo.
E’ un gigantesco paradosso perché si tratta di calciatori di grande qualità ed esperienza che però si spengono proprio quando dovrebbero raddoppiare gli sforzi.
Negli appuntamenti decisivi diventano anonimi, mentre quando non devono dimostrare nulla, come in finale con il Manchester City, tornano ad avere il piglio giusto, la postura adeguata e la concentrazione fino al triplice fischio.
La squadra subisce più rimonte di quanto non ne produca, se va sotto in uno scontro diretto lo perde sistematicamente, senza mai trovare un piano di riserva per ribaltare il tavolo. Quest’anno è capitato con Juventus, Milan e Napoli, mentre con la Roma la squadra ha palesato il secondo difetto di fabbricazione: quando va in vantaggio non sa bene come comportarsi e subisce in eccesso le iniziative avversarie, stravolgendo la propria identità di squadra che controlla il gioco.
A maggior ragione è irragionevole prendersela con i nuovi arrivati, tutti tranne Akanji, sotto i 24 anni e con nessuna esperienza in grandi club. I processi agli acquisti dell’Inter per aver perso ai rigori col Bologna, sono incoerenti con le lodi fatte solo due settimane prima verso ognuno di loro. Questa schizofrenia che liscia il pelo dei tifosi, criticando i più vulnerabili quando si perde e magnificando quando si vince, è sempre più stucchevole.
Non basta dire: “lo sai come funziona”.
Sarebbe ora che si esprimessero i giudizi con più rispetto verso l’intelligenza delle persone, invece di imboccarle dandole quello che vogliono sentire.
Prima che qualcuno se la prenda ed esclami il solito: “ma cosa vuole questo qua! Siamo primi, rompe e vede sempre le cose negative, l’Inter va difesa sempre e comunque”!
Rispondo che, scusate il gioco di parole, l’Inter va difesa anche da chi la difende in ogni caso, tanto quanto da chi la attacca sistematicamente. Il pensiero critico, grande assente di questi tempi, sta sparendo in nome dello schieramento ottuso e manicheo.
La speranza è che l’Inter faccia qualcosa e i giocatori sorprendano sè stessi regalandosi cinismo, ferocia, maturità e malizia. Difetti che nel calcio sono grandi pregi.
Buon Natale a tutti.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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