Lautaro e Acerbi, ma anche Frattesi e Taremi. Tutti i volti dell'Inter che vola in finale

Una partita pazzesca, quand'anche due. Dopo il 3-3 dell'andata, l'Inter conquista la sua seconda finale di Champions League in tre edizioni con un match semplicemente senza senso. In vantaggio 2-0, i nerazzurri si fanno riacciuffare e vanno sotto all'87', per poi pareggiare con Francesco Acerbi (93') e portare la sfida ai supplementari. Qui è Davide Frattesi a far esplodere San Siro col colpo da biliardo che vale la finalissima: ci andrà l'Inter a Monaco di Baviera, contro Arsenal o PSG. Numerosi i volti dell'impresa nerazzurra, a partire da chi non doveva neanche esserci.
Lautaro Martinez era andato ko nel match d'andata e, parole sue, ha "pianto due giorni" perché era convintissimo di non esserci. Da lì è nata la sua folle rincorsa, culminata col rientro in gruppo lunedì e la titolarità di stasera. Nel primo tempo, l'impatto del Toro è stato devastante: gol del vantaggio che lo porta a nove reti, raggiungendo Crespo (nessuno ha segnato di più in una singola edizione), e rigore procurato per il 2-0 di Hakan Calhanoglu. Eroico e storico Thuram, senza energie dal 70' in poi eppure capace di avviare l'azione del 4-3. Strepitoso Dumfries, l'uomo delle ripartenze.
Quella di Monaco di Baviera è la finale conquistata da Yann Sommer a suon di parate, con quella strepitosa su Lamine Yamal al 114': una citazione riveduta e corretta della storica e iconica parata di Julio Cesar su Leo Messi nell'anno del Triplete. Ed è la finale di Francesco Acerbi, un leone che ha rimproverato e "resettato" Carlos Augusto dopo un ingresso da incubo, nel quale aveva propiziato la rete del 2-2 e non aveva mai preso Yamal, per poi diventare a sua volta l'eroe: chiusura da centravanti e zampata da Lewandowski per il 3-3 al 93'.
E poi ci sono i volti che non ti aspetti, quelli dei subentranti che incidono sulla sfida. Darmian e Zielinski grandi lavoratori, poi due primedonne. Su tutti Davide Frattesi che, come a Monaco di Baviera, fa un gol decisivo in Champions League: zampata del 4-3 che vale la qualificazione, urlo fino a rischiare di svenire in campo, perché giocava sul dolore di un problema muscolare. Un centrocampista che sa esaltarsi nei grandi match, e che andrebbe incatenato ai cancelli di Appiano Gentile.
Notevole anche l'impatto di Mehdi Taremi, entrato benissimo: corse a perdifiato, assist per il gol-vittoria e una chiusura strepitosa da terzino aggiunto. C'è anche il suo volto tra quelli della finalissima, ora l'Inter può sognare: nessuna paura, a prescindere da chi passerà tra l'Arsenal e il PSG. Menzione d'onore anche per il talismano Marotta: quattro semifinali tra Inter e Juventus, e quattro finali raggiunte. Dopo tre ko, ora sogna il trofeo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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