L'Inter (degli anni '80) vuole dannatamente esserci a Monaco di Baviera. Verona di mezzo mentre la Champions chiama

È così che stanno le cose, senza troppi giri di parole: la Champions League è sempre stata la priorità della stagione, consciamente o inconsciamente, per i giocatori. Lo si è visto per lunghi tratti e pure nel record di difesa più impermeabile d'Europa, con soli 5 gol presi nell'arco di 12 partite prima di incontrare il Barça di Lamine Yamal - fenomeno assoluto -.
Non è assolutamente un'eresia pensarlo, d'altronde ha messo il dito nella piega anche Flick un po' ironicamente: l'Inter ha tanti giocatori di 36-37 anni - Sommer (nato nell'88), Acerbi ('88), Mkhitaryan ('89), Darmian ('89), Arnautovic ('89) -, che più di altri sentono dentro di loro questa spinta ulteriore. Sanno che quella con il Barcellona sarà l'ultima occasione per riprovarci. Per lasciarsi alle spalle Istanbul e quella serata amara dove ha dovuto assistere con più di qualche rammarico e qualche lacrima asciugata senza farsi notare nel momento in cui il Manchester City ha alzato in faccia la Coppa dalle Grandi Orecchie. È ora di prendersi la rivincita e quale miglior occasione nella finalissima di Monaco di Baviera il prossimo 31 maggio?
Di mezzo però c'è un ostacolo e qualche speranza - seppur ridotta al lumicino, "conoscendo" Conte - che il campionato possa riaprirsi visto che il Napoli è atteso a Lecce da una formazione con la bava alla bocca per qualche punticino salvezza. Poi c'è il turno dell'Inter, che per ribaltare le due brutte sconfitte rimediate con Bologna e Roma dovrà passare allo scontro con l'Hellas Verona.
Qui entra in gioco Simone Inzaghi. Il tecnico di Piacenza - che non ci sarà per il turno di squalifica post-verdetto inchiesta ultras - dovrà tarare ogni grammo di energia rimasto ai suoi ragazzi perché nell'arco di 72 ore verrà il momento di incontrare il Barcellona e per recintare il talento inquantificabile di Lamine e degli altri enfant terribles nella partita più importante della stagione servirà il carico di energie fisiche. Come con il Verona tra i piedi? Il turnover è d'obbligo. E se per diverse battute di stagione alcune seconde linee non hanno saputo rispondere alla chiamata del mister, contro la banda di Paolo Zanetti sarà quasi un'ultima spiaggia.
Inzaghi, ancora una volta, dovrà responsabilizzare chi scenderà in campo per la quartultima uscita in campionato. Come Arnautovic-Correa-Taremi: escluso l'austriaco, che ha dato modo di far ricredere anche i più critici per certi gol pesanti firmati (Udinese, Monza e Fiorentina tanto per citarne tre), l'argentino e l'iraniano hanno lasciato a desiderare. Il sussulto avuto da Mehdi a Montjuic fa ben sperare, in fin dei conti Thuram non dovrebbe essere rischiato e Lautaro non ce la fa, dopo aver pagato le conseguenze di una stagione folle - 47 partite e 3572 minuti disputati.
Per il resto l'undici verrà quasi totalmente stravolto e gli unici chiamati agli straordinari dovrebbero essere Sommer e Bisseck. Tutto per arrivare al 31 maggio da protagonisti.
Ps: per Lautaro ci sono residue speranze che possa farcela per il ritorno di Champions. Basti pensare che a ottobre lo stesso infortunio riportato dal capitano capitò a Zielinski, che rientrò dopo 12 giorni. Il Toro farà di tutto per tornare, per non mancare a LA partita. Ma per rivederlo in campo servirebbe davvero un miracolo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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