Ode a Brozovic (e una cosa su Marotta)
Prima Marotta. In questi giorni si sono moltiplicate le voci e quando si moltiplicano le voci c’è chi legittimamente va in panico: “Marotta torna alla Juve!”, “L’hanno scritto in tanti!”, “Elkann chiama, Beppe risponde!”, “Povera Inter” e così via.
In questi casi chi fa il mio mestiere può fare una cosa sola: verificare come meglio riesce. Ecco, rispetto a queste voci e alla precisa domanda “tornerai alla Juve” il diretto interessato ha risposto “assolutamente no”. Tanto vi dovevo.
E ora Brozovic.
Quando Marcelo Brozovic - centrocampista croato - ha calciato in Arabia Saudita un pallone cruciale a pochi minuti dal termine del quarto di finale Croazia-Brasile, ai suoi ammiratori è venuta una sincope: “Porca miseria, ’sto tiro ti è venuto proprio male, ora daranno la colpa a te che in realtà sei stato gigantesco”. Poi è andata come è andata e, quindi, possiamo serenamente ignorare i detrattori e dire quello che pensiamo (e avremmo pensato anche in caso di sconfitta e relativa eliminazione).
Marcelo Brozovic è un calciatore unico. Badate bene, non abbiamo detto “il più forte”, abbiamo detto “unico”, nel senso che come lui non ce ne sono. Ed è una questione di totale e manifesta serenità (dagli la palla al limite della su area con cinque avversari addosso e stai tranquillo che non si farà prendere dall’ansia), è una questione di resistenza (è nettamente il giocatore che ha corso di più al Mondiale; con oltre 16 km tritati nell’ottavo di finale contro il Giappone, ha battuto il record dei Mondiali), è una questione di eccentricità (la bomba tatuata sul collo, le mutande rosse, il coccodrillo, l’abbinata birretta+sigaretta, l’apparente distacco dalla realtà), è una questione di pensiero (sa sempre dove e a chi dare il pallone), è una questione di scelte (ha preferito rinnovare il suo contratto con l’Inter nonostante i numerosi corteggiamenti, perché sa che star bene in un posto conta più che incrementare lo stipendio altrove) e, sì, è anche una questione di “chi ti trovi di fianco”.
Nell’Inter i compari si chiamano Calhanoglu e Barella, mica due pirla, in Nazionale hanno i volti di Kovacic e del Pallone d’Oro Modric, un lusso vero.
Ecco, Barella. In una bella intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il nerazzurro ha detto così del suo compagno di squadra: “Davanti alla difesa Brozo è il migliore del mondo. Ci sarebbe anche Casemiro, ma lo interpreta in maniera diversa. Nessuno è come Marcelo”. Non ci crederete, ma noialtri siamo stra-d’accordo con lui.
Ps. E poi c’è Lautaro, reduce da partite che a definirle “complicate” gli fai un complimento. Per ora non è il suo Mondiale, ma quel rigore lì, calciato per ultimo, pesante come una tonnellata di ghisa, vale tanto, tantissimo. Evviva il Toro.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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