ESCLUSIVA - Onana, coach Castillo: "Mi ha chiamato dalla spiaggia: 'Ci alleniamo per l'Inter?'"

ESCLUSIVA - Onana, coach Castillo: "Mi ha chiamato dalla spiaggia: 'Ci alleniamo per l'Inter?'"TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 23 giugno 2022, 09:35Esclusive
di Daniele Najjar

C'è stato un momento nel quale ad André Onana è cascato il mondo addosso. Quel momento è stato a febbraio del 2021 quando, complice un errore nell'assunzione di un farmaco prescritto alla moglie in gravidanza, è incappato in una squalifica di un anno, poi ridotta a 9 mesi, una volta appurato che effettivamente di una svista "umana" si trattava (e non di doping).

In quel momento, l'allora portiere dell'Ajax ha deciso che il modo migliore per non lasciarsi andare fosse quello di seguire un programma personalizzato d'allenamento. A seguirlo, a Salou in Spagna nel Complejo Deportivo Fútbol Salou, fu l'allenatore di portieri Yvan Castillo, che fra le altre cose è stato anche allenatore dei portieri del Deportivo de La Coruña

La nostra redazione lo ha raggiunto per conoscere il modo in cui ha aiutato il nuovo portiere nerazzurro a "risorgere" da quel momento buio. E ci ha regalato un aneddoto relativo alle prossime settimane: "Prima che inizi il precampionato con l'Inter, mi ha chiesto di fare assieme una settimana di lavoro extra, per arrivare pronto al primo giorno in nerazzurro. Mi ha chiamato dalla spiaggia, credo fosse ad Honolulu o qualcosa del genere (ride, n.d.r.). Questo è Onana".

Ha conosciuto Onana in un momento sfortunato: com'è stato l'incontro con lui?

"Il primo incontro con lui è stato speciale. Dal primo momento abbiamo avuto un grande feeling, una connessione particolare. Ho trovato un ragazzo umile, ma con le idee molto chiare e grande voglia di rifarsi. Di dimostrare a tutto il mondo di essere un grande professionista. E per farlo, ha voluto lavorare in silenzio, dando tutto".

Quando ti squalificano per un anno, a livello di morale probabilmente sei a terra. Come ha trovato André, in quel momento?

"Chiaramente era un momento difficile. Quando cresci con l'obiettivo di dedicarti totalmente allo sport che ami e ad un certo punto ti accusano ingiustamente per qualcosa che non hai fatto, per un semplice errore umano, ti senti impotente. André è una persona forte, preparata, abituata ad affrontare situazioni avverse. Ed è per questo che ora si trova all'Inter ed è per questo che è il portiere che è".

Come ha reagito a quel momento?

"Molto bene e per tutta la durata dei nostri allenamenti. Fin da subito gli abbiamo preparato un contesto per allenarsi molto simile alle strutture cui era abituato come professionista d'alto livello, nel Complejo Deportivo Fútbol Salou, con 11 campi da calcio ed una palestra top".

In che modo?

"Gli abbiamo assegnato uno staff interamente dedicato a lui: un nutrizionista che oggi lavora nella Liga, un corpo medico, con un fisioterapista molto bravo. C'erano aree di allenamento fisico e psicologico, aree per lo specifico allenamento da portiere. Analizzavamo a livello tecnico gli aspetti che poteva migliorare, riproducendoli in campo. Fra le persone coinvolte nel progetto c'era Llorenç Gomez, il miglior giocatore del mondo di Beach Soccer negli anni in cui giocava. Anche altri portieri vollero farne parte, come Pau Torres e Victor Vidal".

In cosa consisteva la vostra idea per mantenerlo al top?

"L'idea di base era che dovesse pensare soltanto al calcio ed a prendersi cura di sé. Si allenava 6 giorni a settimana, con carichi di lavoro pensati per vari micro-cicli, una o due doppie sessioni e un giorno per la rigenerazione. Gli facemmo poi una proposta. Di dedicare a noi 3 settimane consecutive, poi invece nella quarta poteva andare in qualsiasi parte del mondo volesse e con chi volesse, portandosi con sé il programma d'allenamento che gli preparavo".

E come andò?

"E' stato un passo importante. L'idea era che tornando dalla settimana di lavoro "personale" fosse al top, contento, pieno d'energia. Funzionò benissimo. L'allegria era il denominatore comune delle nostre giornate. A livello metodologico, ci basiamo su un modello formativo ponendo situazioni competitive molto simili a quelle che troverà in gara, stimolando e promuovendo la proattività e il corretto decision making".

Dopo il ritorno in campo pensa che sia tornato subito al suo miglior livello, tanto da convincere l'Inter a puntare su di lui?

"Certamente. E' un portiere con capacità incredibili. Agile, rapido, coordinato. Per nulla facile e scontato per un portiere alto 1 e 90. A soli 26 anni si può considerare un portiere con esperienza, ha già giocato una finale di Europa League, una semifinale di Champions, ha eliminato il Real Madrid al Santiago Bernabeu, la Juventus a Torino. Sarà al Mondiale con il Camerun. Mentalnente poi è molto forte. Con un buon progetto per lui e l'allenamento, ha un potenziale enorme".

Lo vedrebbe come portiere titolare dell'Inter già dal prossimo anno, nonostante la concorrenza di capitan Handanovic?

"Chiaramente sì. Lo vedo come portiere titolare dell'Inter. Uno con il suo potenziale è fra i top a livello mondiale. L'Inter è un buon posto per lui e lui è un grande portiere per l'Inter. Vedo un vantaggio: allenarsi al fianco di un portiere dalla grande esperienza come Handanovic, che può spiegargli cosa significhi giocare nell'Inter ed a Milano, può essere importante. Ma sarà importante e bello per entrambi: possono lasciarsi molto a vicenda, aiutandosi".

Prima che inizi il ritiro dell'Inter, farete una settimana di lavoro assieme. Cosa ha pensato per lui?

"E' vero, verrà in Spagna. Faremo uno stage in Catalunya, una messa a punto per arrivare perfetto al precampionato. Come ti ho detto lui è un grande professionista. Tanto che mi ha chiamato mentre era in vacanza per dirmi: "Yvan, voglio arrivare al top all'Inter, facciamo uno stage?". Chiamava dalla spiaggia, credo fosse a Honolulu o qualcosa del genere da qualche parte in giro per il mondo (ride, n.d.r.). Questo è Onana. E chiaramente gli ho detto di sì, con lo stesso staff che lo ha aiutato in precedenza".