ESCLUSIVA - Collovati: "Inter europea grazie anche al City. E non dimentico l'#InzaghiOut..."
Quattro gol alla Salernitana e poi l'importante successo interno contro il Benfica: l'Inter si rimette subito in carreggiata dopo l'inaspettato stop contro il Sassuolo e nell'ambiente è tornato il grande entusiasmo che ha caratterizzato questa primissima parte di stagione dei nerazzurri. 8 vittorie nelle prime 10 gare d'altronde, sono un segnale chiaro del fatto sul fatto che la squadra di Inzaghi vuole ripartire da dove aveva lasciato, magari migliorandosi.
Ai microfoni de L'Interista è intervenuto in esclusiva l'ex difensore della Beneamata, Fulvio Collovati, per parlare di Lautaro e compagni.
È arrivata in finale lo scorso anno, ma l'Inter è davvero costruita per vincere questa Champions, secondo lei?
"Non mi esprimo perché la Champions dipende da tanti fattori e dettagli. Ma l'Inter è diventata molto europea. Sono stati bravi e intelligenti i dirigenti che l'hanno costruita. Una cosa mi ha colpito ancora una volta, contro il Benfica".
Cioè?
"Una volta andata un vantaggio, come sempre, era come se fosse ancora sullo 0 a 0. Ha avuto 6-7 palle gol, poteva finire 5 o 6 a zero. Siamo ben lontani dalla mentalità italiana che dice che ti devi accontentare del gol fatto".
A cosa è dovuta questa crescita?
"È dovuta all'esperienza, al percorso fatto in Champions lo scorso anno, alle finali che ha fatto. Quella con il City non è andata bene, ma è aumentata la consapevolezza di questi giocatori e la mentalità è di alto livello. Faccio un esempio".
Quale?
"Dimarco ha dato tutto contro il Benfica, quando non ce la faceva più ha chiesto il cambio. Ragionano come gruppo, l'Inter ormai è su questa strada".
Anche Inzaghi è cresciuto, da quelle 12 sconfitte in campionato?
"Non dimentico che certi mesi c'era #Inzaghiout in tendenza: non bello perché è un allenatore che ha raggiunto delle finali, ha trasmesso tanto dal punto di vista del gioco. Ora gioca bene con due esterni che fanno praticamente le ali. Perso Lukaku, sta valorizzando Thuram, che gioca per Lautaro: prima era il Toro a giocare per il belga. Non si risparmia nessuno. Thuram corre ovunque, Mkhitaryan a 34 anni non si ferma mai. I ricambi ci sono, è una squadra costruita con intelligenza.".
Pavard le piace?
"Non è mica facile giocare nel Bayern Monaco: quando sei nelle prime cinque o dieci squadre del mondo vuol dire che quando ti va male arrivi comunque ai quarti o in semifinale di Champions. Bundesliga vinte a raffica: è tutta esperienza che lui ha e porta nel gruppo. L'ho visto dal vivo: non è che faccia chissà quali cose, ma è una sicurezza e non è poco per un difensore. Poi ci sono Dimarco e Dumfries che fanno un altro ruolo, lui deve fare quello. Da lì, non passi".
Qualcosa ha già detto di lui, ma cosa le piace di più di Thuram, invece?
"Lo spirito, la voglia, la fame, il volersi mettere in mostra. Non si risparmia: infatti è uscito per crampi. Poi hai il senso del gol e si è fatto trovare subito pronto. Va su tutti i palloni. È una punta moderna, non è statico. Acquisto azzeccato".
Sarà derby per lo scudetto?
"Non trascurerei il Napoli: si è rimesso in riga. Rispetto alla scorsa stagione non c'è più Kim, che ha avuto qualche problema al Bayern Monaco, però la squadra è la stessa. Ci sono gli stessi campioni dell'anno scorso che dovevano solo carburare e abituarsi ad un nuovo allenatore. Il Milan è competitivo sicuramente, ma fra le due vedo più gli azzurri come antagonisti dell'Inter".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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