ESCLUSIVA - Cañizares: "Real Madrid vulnerabile. Le parate di Toldo? Gli avrei dato uno schiaffo"

ESCLUSIVA - Cañizares: "Real Madrid vulnerabile. Le parate di Toldo? Gli avrei dato uno schiaffo"
martedì 14 settembre 2021, 16:34Esclusive
di Daniele Najjar

Dove arriva l’ambizione dell’Inter di Simone Inzaghi? Presto per dirlo con certezza. L’esordio di domani in Champions League contro il Real Madrid, darà sicuramente alcune preliminari indicazioni in tal senso. “Preliminari” perché si tratta di un test difficile: i nerazzurri non partono certo favoriti. E perché, comunque, siamo solamente alla quarta partita ufficiale della gestione Inzaghi. La scorsa stagione poi i blancos hanno ottenuto due vittorie in due partite contro l’allora squadra allenata da Antonio Conte. Ecco che allora, qualora Lautaro e compagni riuscissero ad ottenere un risultato importante, questo potrebbe avere un peso sulla consapevolezza di un gruppo che rimane giovane ed in crescita, in molti dei suoi interpreti.
 
Per parlare del big match di San Siro, la redazione de L’Interista ha contattato in esclusiva Santiago Cañizares, storica bandiera del Valencia, ma cresciuto proprio fra le fila del Real.

Santiago, come stai, continui a lavorare come ospite in tv?

"Molto bene. No, quest'anno lavoro solamente per la radio, la prima radio spagnola dove continuo a parlare di calcio".

Come arriva il Real Madrid all'appuntamento con la Champions?

"Il Real ha Ancelotti, che ha rivitalizzato la squadra. I giocatori ora sembrano diversi, allegri, giocano con un altro spirito, con velocità. Sono in grande sintonia con il loro tecnico. Attraversa un momento molto buono in attacco, ma anche un momento non semplice a livello difensivo. Che è un po' tipico del Real. Per essere competitivo in Champions dunque servirà registrare qualcosa dietro".

Che partita ti aspetti domani, l'Inter ha possibilità di vincere?

"Siamo solo all'inizio della competizione. Un Inter-Real Madrid giocato più avanti ha un sapore diverso, con molta più tensione di quanta se ne percepirà domani. Predire ora che partita sarà è molto difficile, perché ovviamente l'Inter ha la possibilità di vincere, soprattutto per quanto detto prima: la fragilità difensiva che sta dimostrando il Real. Però arriva molto presto questo match, per avere il fascino degli Inter-Real visti in passato".

L'Inter continua a incutere rispetto e timore fuori dall'Italia, oppure i risultati europei degli ultimi anni le hanno fatto perdere qualcosa?

"Sì, assolutamente, l'Inter continua ad avere grande rispetto in tutto il mondo. E' una squadra che ha scritto la storia, è stata Campione d'Europa, ha avuto Palloni d'Oro fra le sue fila, è una maglia immediatamente riconoscibile. Può attraversare epoche migliori o peggiori, ma l'Inter è sempre l'Inter, che prova ad imporsi ovunque vada".

Contro i nerazzurri in carriera hai giocato tante grandi sfide. Anche con il tuo avversario Toldo...

"Le mie partite contro l'Inter sono sempre state grandi battaglie. Me lo ricordo bene Toldo, magnifico. Già ai tempi della Fiorentina ci parava tutto. Un gran giocatore, una grande persona. A volte mi veniva voglia di dargli uno schiaffo, un buffetto, perché faceva delle partite incredibili. Contro i nerazzurri venivano fuori spesso partite elettrizzanti. Ricordo una partita, al Mestalla, con una decisione arbitrale molto, ma molto favorevole all'Inter, che ci fece arrabbiare parecchio, lo stadio divenne una bolgia e la partita divenne ancora più combattuta. Ecco, venivano fuori sempre match accesi, che mi piaceva molto giocare".

Come quello passato alla storia come "La batalla del Mestalla".

"La Battalla del Mestalla vide un giocatore, David Navarro, perdere il controllo colpendo Nicolas Burdisso. Tutti gli altri avevano giocato come sempre con carattere, ma anche con rispetto e mantenuto sempre il controllo. Quel gesto fu invece fuori dal normale, antisportivo e che non ha prodotto nulla di buono. Non è che fu una battaglia come viene descritta, ma una cosa che inevitabilmente è finita in rissa perché non è normale un gesto come quello che fece David. Ma per il resto con l'Inter le partite sono sempre state all'insegna del rispetto".

Cosa ne pensi del livello del calcio italiano oggi e delle possibilità per le italiane in questa Champions?

"L'Italia è fresca campione d'Europa. Questo logicamente conferisce al calcio italiano un valore in più, che aspettava. Ora vedremo i vostri club come si comporteranno in Champions. Quello che è evidente è che nel passato comandavano in Europa ed avevano più potere economico rispetto ad oggi. La Serie A era come l'NBA. Tutti i migliori volevano giocare in Italia, perché lì c'erano gli stipendi migliori ed il calcio d'élite. Ma lo dico io che ho un'età più avanzata, ricordando la nostra epoca. Ora l'Italia ha sicuramente necessità che i propri club crescano per essere più competitiva".

L'Italia ha vinto l'Europeo giocando... alla spagnola. Ti ha stupito?

"Solitamente siamo abituati a vedere l'Italia che si difende bene, che non regala niente dentro l'area, con centrali esperti, con giocatori che danno certezze in mezzo al campo. E' molto difficile che le nazionali si difendano bene, perché i meccanismi difensivi vanno allenati e serve tempo. Questa è stata ancora una chiave importante per la vittoria azzurra. Poi 'Italia lo ha fatto con giocatori di livello, con classe. La Spagna però quando vinse lo fece con uno stile unico, un dominio totale della palla e della partita. E certo, con una squadra irripetibile. Credo che l'Italia abbia vinto con un bello stile, con il possesso palla gestito da giocatori che hanno talento e che sapevano quando verticalizzare. Questo unito alla capacità di difendersi da squadra quando il pallone lo avevano gli altri. Una grande vittoria per gli azzurri".

Dopo la partenza di Cristiano Ronaldo di qualche anno fa, ora la Liga ha salutato anche Messi.

"Cristiano è stato molto importante per il Real, che senza di lui non è più stato lo stesso. Messi è stato il simbolo del Barcellona per tanti anni. Ci siamo goduti la loro presenza nella Liga per tanti anni, una cosa difficile da ripetere. E che ovviamente doveva avere un epilogo, prima o poi. Quando arriva la fine l'unica cosa da fare è ringraziare. Prima di loro nessuno pensava di poter fare 50 gol all'anno in Spagna".

Ora il Psg ha costruito un dream team con l'arrivo di Leo.

"Ha uno spogliatoio pieno di campioni. Vediamo come li gestirà Pochettino. Il talento non manca. La gestione può essere complicata. Questo  non significa che lui non sia capace di farlo. Pochettino è un bravo allenatore, pronto e capace di gestire qualsiasi spogliatoio".