Cessione Inter e nuovo stadio: Marotta fa il punto sui temi più caldi

Cessione Inter e nuovo stadio: Marotta fa il punto sui temi più caldiTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 8 novembre 2021, 21:30Primo piano
di Luca Chiarini

Sostenibilità. Non un concetto astratto, o un modello chimerico, ma la nuova concretissima realtà dell'Inter. Che avrà ancora in Suning la propria guida (relativamente) solida, secondo parametri antitetici al passato. Un concetto esemplificato oggi da Marotta, che ai microfoni di Radio Rai ha delineato così le linee guida per il futuro: "Il presidente e la proprietà hanno investito milioni di euro e hanno confermato più di una volta la loro volontà di proseguire. Non con altri investimenti ma con sostenibilità interna. Ci vuole competenza e creatività, per garantire ambizioni ai tifosi. Non dispensiamo illusioni".

La questione stadio

Impossibile essere più limpidi di così. Del resto è con queste prese di posizione, per certi versi anche coraggiose, che si misura lo spessore di un dirigente. La direzione del nuovo corso, una sorta di Suning-bis, è chiara e lineare. E in essa giocherà un ruolo fondamentale, inevitabilmente, il nuovo stadio: "Andiamo avanti - ha proseguito Marotta -, siamo in contatto con il Comune e la proprietà sono in perfetta sintonia con il sindaco Sala. Sparo che si possa iniziare quanto prima, è molto importante".

Il derby

Le vicende societarie non possono però eclissare i temi di campo, di strettissima attualità nel day after di un derby combattutto, costellato di emozioni ed episodi (anche controversi). Il risultato soddisfa a metà, ma per Marotta si è trattato di "un bellissimo spot per il mondo del calcio. La gara è stata vista in 150 paesi ed è stata bellissima, giocata alla grande e a ritmi alti". Una punta di rammarico, tuttavia, rimane: "Abbiamo provato a vincere ma non ci siamo riusciti anche per merito del Milan".

La Superlega

Con le considerazioni sulla nuova filosofia gestionale, legate a doppio filo anche a quello che è stato l'impatto della pandemia sulle finanze dei club (con poche eccezioni), è stato del tutto naturale il richiamo alla Superlega, nata "come grande campanello d'allarme di un modello che non garantiva più sostenibilità". Se quel capitolo è sepolto e non più rievocabile, occorre però individuare una convergenza tra gli interessi delle istituzioni calcistiche e delle società parte in causa: "FIFA e UEFA - ha chiosato Marotta - devono capire che i calendari devono essere fatti rispettando il rischio di impresa. I tornei sono molto appetibili e questi organismi devono dispensare più soldi ai club".