Ma non dovevamo finire ottavi? Chivu si riprende la vetta, ora testa alla Supercoppa

Ma non dovevamo finire ottavi? Chivu si riprende la vetta, ora testa alla SupercoppaTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Alessandra Stefanelli

L’Inter è tornata in vetta senza rumore, come ha fatto per mesi. Ha incassato giudizi, previsioni, sentenze anticipate. Poi, quando il campo ha rimesso tutti al proprio posto, Cristian Chivu ha deciso di parlare. E lo ha fatto nel momento giusto, non per sfogo ma per chiarezza: “Cinque mesi fa dicevate che dovevamo finire ottavi o decimi”. Una frase semplice, ma pesantissima. Perché pronunciata da chi oggi guarda tutti dall’alto.

Chivu non ha mai cercato il consenso immediato. Ha ascoltato, ha lavorato, ha tenuto la barra dritta mentre fuori si riscrivevano titoli e si cambiavano giudizi con una rapidità sospetta. La sua risposta è arrivata quando contava davvero: con l’Inter prima in classifica. È lì che il richiamo alla coerenza assume valore.

Questa Inter parla soprattutto con i fatti. A Genova ha vinto senza Acerbi, Dumfries, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco e Thuram. Sei colonne della storia recente nerazzurra. Eppure la squadra non ha tremato. Nessuno ha avvertito quelle assenze, segno evidente di un lavoro profondo fatto in estate e quotidianamente ad Appiano, insieme allo staff tecnico.

Il vero punto di forza è proprio questo: quando vengono chiamati in causa, quasi tutti rispondono presente. Non esistono gerarchie rigide, ma un’idea chiara di squadra. Forse l’unico tema ancora aperto resta Frattesi, ma è l’eccezione in un gruppo che ha trovato equilibrio e identità. Certo, l’Inter continua a concedere poco e a pagare caro ogni minima distrazione. Ma rispetto al passato è cambiato l’epilogo: un anno fa, a Genova, quella partita sarebbe finita male. Questa volta no. Questa volta l’Inter ha tenuto.

Da grande squadra ha sfruttato i passi falsi di Milan e Napoli, riprendendosi la vetta dopo un torto evidente subito contro il Liverpool. Senza alibi, senza isterismi. Fuori qualcuno continua a parlare con l’obiettivo di destabilizzare: prima l’addio di Inzaghi, poi le prime sconfitte, poi ogni minimo inciampo. Ma c’è anche chi lavora, chi difende questi colori, chi ha indossato l’elmetto dal giorno zero. Ora l’Inter va in Arabia da capolista. Con la testa bassa, le idee chiare e un solo obiettivo: continuare a dimostrare che il campo, alla fine, presenta sempre il conto.