Sabatini duro: "Il Napoli dello Scudetto non esiste più. E Conte ha responsabilità notevoli"
Sandro Sabatini, giornalista, ha commentato sul proprio canale YouTube il ko del Napoli contro il Bologna: "Il Napoli dello scudetto non esiste più! E’ crollato davanti a un grande Bologna, ma comunque crollato dando la conferma dei segni che già si erano intuiti nelle ultime partite, quando aveva in qualche modo salvato il risultato. La prestazione aveva manifestato tanti aspetti che sembravano delle screpolature rispetto alla bellezza, alla concretezza, alla forza della squadra dell'anno scorso. Il Napoli è crollato, ripeto, quello dello scudetto non esiste più, anche se i giocatori in campo 7 su 10 erano gli stessi protagonisti dell'anno scorso, perché c'era l'unica eccezione abbastanza periferica di Gutierrez al posto di Olivera o Spinazzola sulla sinistra, dove c'è pure Elmas al posto di chi? Neres, Raspadori, e poi la squadra era quella naturalmente con Hojlund al posto di Lukaku. Però la sconfitta non dipende da questi tre cambi, dipende semmai dal mercato in generale, ma questo è un altro discorso.
La sconfitta con il Bologna dipende, è bene dirlo subito, innanzitutto da una prestazione magnifica dello stesso Bologna che in emergenza perché dopo 8 minuti perde Skorupski, tra l'altro scopre la bellezza del debutto di un ragazzo che a Natale festeggerà 18 anni. Uno spilungone di 2 metri che poi ha fatto un paio di rinvio con i piedi e due o tre uscite alte con le mani, non ha fatto neanche una parata. Questo significa molto, dice molto, su quanto l'impatto offensivo del Napoli sia stato scadente, deludente, prevedibile, nullo praticamente. Poi un'altra storia da raccontare prima di tornare ad esaminare la prestazione dei giocatori del Napoli riguarda l'esterno sinistro, dove Conte ancora una volta ha preferito evitare Noa Lang titolare. Anche se secondo me è un giocatore a cui andrebbe data un minimo di fiducia, ma questa è un'opinione personale. Scegliendo ancora Elmas, cioè un giocatore ibrido tra centrocampo e fascia sinistra, solo che il gioco del Napoli si sviluppava l'anno scorso con gli esterni che saltavano l'uomo, cioè Politano da una parte e Neres dall'altra, Kvara prima ancora, dall'altra. Riuscivano a combinare con il centravanti che era Lukaku, con caratteristiche diverse rispetto a Hojlund. Naturalmente c'erano anche gli inserimenti di Anguissa e McTominay. Questi inserimenti ci sono ancora, ma non ricevono mai palla. Da una parte Politano non è più quello dell'anno scorso, che era straordinario, dall'altra Elmas ha tante caratteristiche tattiche encomiabili, ma non è che salta l'uomo con la continuità, con la precisione, con la fantasia di un Neres o di un Kvara, come l'anno scorso. Ecco allora che non ci sono più spunti. Il gioco del Napoli è molto monotono, molto prevedibile, molto ripetitivo, molto sterile, perché la squadra non tira in porta. Perché c'è la situazione che m riguarda Elmas, Neres, Lang, ma anche chi gioca nel Bologna in quel ruolo? Perché quello era il ruolo l'anno scorso di Ndoye, il grande sogno di mercato del Napoli sfumato perché non hanno trovato l'accordo e quindi noi è andato in Premier League. Cioè era questa la partita in cui tutte e due giocavano senza Ndoye, che è un po' il fulcro del mercato sia del Bologna, sia del Napoli. Ma mentre da una parte c'è Italiano, che l'ha sostituito prima con Rowe e poi appena si è infortunato è entrato Cambiaghi che ha spaccato la partita, è stato il migliore in campo del Bologna. Dall'altra parte invece l'assenza di Ndoye, si è sentita, perché Elmas non garantiva lo stesso apporto, che è fondamentale. Cioè l'uomo sulle fasce che salta l'uomo. In questo senso però va detto che Cambiaghi è un giocatore che poteva prendere anche il Napoli. Cioè il problema non è tanto la cifra tecnica del giocatore che gioca lì all'ala sinistra, ma è sicuramente il fatto che il gioco del Napoli è diventato molto più macchinoso, molto più lento, senza la grinta, la determinazione, l'entusiasmo, la generosità e l'altruismo che c'era l'anno scorso.
Questa è una squadra che vede lo scudetto sul petto come un punto d'arrivo, questa è l'impressione. Anche per Conte sembra un punto d'arrivo, perché si è preparato tutte le giustificazioni, tutti gli alibi, tutte le scuse e quella fondamentale oggi non c'era. Cioè, il Napoli ha il doppio impegno, stavolta sarà più dura rispetto all'anno scorso. Il mercato non basta, sono arrivati troppi giocatori, pochi giocatori. E il Napoli ha giocato martedì e il Bologna in Europa League con un uomo in meno per tutta la partita ha giocato il giovedì. Cioè il Bologna aveva 48 ore in meno di riposo, aveva la fatica dell'Europa League addosso, eppure ha giocato una partita strepitosa, fantastica, da grande Bologna. Un grande Bologna testimoniato anche dal posto in classifica perché ha 21 punti, uno meno di Napoli e Milan e sicuramente entri in una corsa per la Champions League, una corsa alla quale il non è che il Bologna compare per caso. Perché è un percorso che ormai è arrivato già al terzo al terzo anno.
Nel Napoli cosa c'è che non funziona? Un po' tutto, prendendo anche i singoli. Sinceramente Di Lorenzo che si fa saltare da Cambiaghi in quel modo sul primo gol è il Di Lorenzo della Nazionale per intendersi, non quello del Napoli dell'anno scorso. E Rrahmani che si fa battere sul tempo da Dallinga, cioè non esattamente uno sveltissimo. Significa che Rrahmani non è quello dell'anno scorso. Sul secondo gol, c'è il colpo di testa di Lucumì che salta tra Buongiorno e Rrahmani che non si capiscono, non si intendono. Uno salta e non arriva sul pallone, l'altro non salta perché pensa che c'è il compagno. Ecco che Lukumì fa gol, Milinkovic non può far niente, anche se sul primo gol di Dallinga forse poteva f qualcosa di più. Però fondamentalmente Milinković è questo, un grandissimo parigori, ma un portiere che non è che può fare un miracolo a partita. Anche perché con un miracolo a partita, intendo i rigori parati, ha nascosto anche tante cose che poi sono state evidenti in campo. Ripeto, Di Lorenzo, Buongiorno, Rrahmani erano la base del Napoli dell'anno scorso, dello scudetto. Iniziano a mancare loro, inizia a mancare il Politano dell'anno scorso e Conte non riceve niente dal mercato, perché non vuole ricevere niente dal mercato. E perché? Pensate a Beukema, che era il pilastro del Bologna l'anno scorso. Beukema quest'anno non se ne accorgono nemmeno che non c'è. Ma il guaio per il Napoli che non se ne accorgono neanche a Napoli, perché Beukema fa panchina. È un difensore costato una quarantina di milioni e fa panchina.
Che cosa c'è che non va? E io vorrei tanto parlarne con Antonio Conte, sentendo tutte le sue giuste riflessioni. Secondo me è evidente e Conte non lo dirà mai, magari lo sussurrerà, lo bisbiglierà, lo confiderà, che questa è una squadra che si appoggiava sempre e comunque su Lukaku, che teneva palla e consentiva anche agli altri di muoversi con la sicurezza che dava una sorta di bodyguard che c'era là davanti. Il buttafuori Lukaku, che buttava fuori tutti gli avversari. McTominay ha perso la brillantezza, ma anche perché McTominay la sua brillantezza la esaltava con il colpo di testa. Lì non ha avuto possibilità neanche di colpire di testa. Cioè il Napoli non crea non crea occasioni, non va neanche sui calci piazzati. E’ abbastanza prevedibile, sempre il pallone di prima intenzione sul colpitore di testa, ma quando trovi anche un ragazzino Pessina, debuttante, 17 anni, che è alto 2 m ed esce bene, e il pallone non lo prendi. Anguissa non può sempre giocare da trascinatore. Lobotka, io ho un'opinione, secondo me è troppo scolastico. E allora sì, magari si può dire che manca De Bruyne, ma non il De Bruyne come era utilizzato prima, il De Bruyne che prende in mano la squadra e la illumina di regia, di fantasia, di gioco e di geometria. Cosa che Lobotka non riesce a fare, diciamo, con la stessa classe di De Bruyne.
Quindi si va a finire sulle assenze? Sì, ma non solo le assenze, perché per spiegare la brutta figura del Napoli che ha il suo culmine a Bologna, ma comunque affonda le radici nelle partite precedenti. Bisogna anche considerare che probabilmente a forza di sentire che c'è la Marotta League e che gli arbitri, e che tutti ce l'hanno col Napoli… Cioè si è creato attorno alla squadra una rete, una recinzione, una gabbia di giustificazioni, di alibi che toglie un po' di motivazioni anche ai giocatori. Cioè essere soli contro tutti va bene, ma essere soli contro tutti che però tanto tutti sono più forti del Napoli non va bene. E in questo punto di vista dialettico, Antonio Conte ha delle responsabilità notevoli. Come andrà a finire? Non lo so. Di sicuro il Napoli non sta ripetendo il campionato post-scudetto di Spalletti, questo è evidente. Però è altrettanto sicuro che con lo scudetto sul petto questa squadra debba dare di più, dal numero uno all'allenatore, dal capitano all'ultimo arrivato. E non a parole, ma con i fatti, perché questo Napoli è comunque una grande squadra potenzialmente e non lo può dimenticare, non lo può cancellare, non lo può giustificare con le parole del suo allenatore".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2025 linterista.it - Tutti i diritti riservati
