Napoli, Conte durissimo: "Parlerò con il club, non voglio accompagnare i morti. Gli scheletri del passato..."
La quinta sconfitta stagionale (tra tutte le competizioni) incassata ieri dal Napoli a Bologna (0-2) ha smosso qualcosa in Antonio Conte. Un senso di inquietudine a proposito del futuro dei campioni d'Italia in carica, di questo passo: "Sicuramente non posso non essere preoccupato perché cinque sconfitte da inizio anno sono troppe per una squadra che è stata etichettata come quella che doveva ammazzare il campionato senza fatica", ha analizzato il tecnico degli azzurri in conferenza stampa post-partita ieri.
"Dobbiamo riflettere sul fatto che quando si perde non è un caso: c'è qualcosa di reiterato", ha analizzato lucidamente a distanza di qualche minuto dal triplice fischio del Dall'Ara. "Mi dispiace anche tirare fuori scheletri del passato come il decimo posto dopo aver vinto il terzo scudetto. Parlerò con il club di questo aspetto perché sto percependo delle cose che non mi piacciono", ha commentato in maniera allarmata Conte. "Dopo 4 mesi facciamo il compitino, non c'è quell'alchimia e quella positività di lottare tutti insieme per gettare il cuore oltre l'ostacolo: questo mi dispiace molto. Quando si parla di campo, di tecnica e di tattica è un conto, ma questo significa che io non sto facendo un buon lavoro perché non sono entrato dentro i giocatori".
E lo sfogo non è finito qui: "Io non voglio accompagnare i morti: se abbiamo voglia di rimetterci in carreggiata e cambiare il trend bene, altrimenti bisogna che ognuno si prenda delle responsabilità ed io sono il primo. Non voglio coprirmi dietro altri. Non posso proteggere me stesso: sono il primo responsabile e non so se ci siano le condizioni per cambiare questa situazione perché bisogna lavorare sulla testa dei giocatori".
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