San Siro, stretta sugli abbonamenti. Gli ultras: "Questa è repressione, insorgeremo"

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Oggi alle 00:45I fatti del giorno
di Marco Corradi

San Siro ora è un caso, e non solo per la cessione al rallentatore dello stadio all'Inter e al Milan. Il casus belli nasce dalla decisione, legittima e al tempo stesso "suggerita" dalla Procura di Milano e dalla Questura dopo l'inchiesta "Doppia Curva" sulle violazioni degli ultras, di respingere alcune richieste di rinnovo degli abbonamenti. Nella fattispecie, l'Inter avrebbe negato l'atteso tagliando a quei tifosi colpiti in precedenza da Daspo o con precedenti penali, ma anche su chi si era reso protagonista di disordini o azioni sgradite al club. Colpiti dunque vari esponenti della Curva Nord, che ha reagito duramente con una nota, andando all'attacco del club e minacciando azioni legali, con annesse richieste di danni.

Di seguito il testo della nota: "A poche ore dalla chiusura della prelazione per gli abbonati, ci troviamo davanti a una situazione surreale: numerosi ragazzi dei gruppi di curva non riescono a rinnovare il proprio abbonamento. La motivazione? Nessuna. La stragrande maggioranza di loro è incensurata e completamente estranea a qualsiasi indagine. La loro unica "colpa"? Aver seguito la squadra ovunque, in casa e in trasferta, dedicando tempo, energie e sacrifici alla propria passione. Eppure, l'Inter si arroga il diritto di selezionare a proprio piacimento il pubblico, escludendo chi, per anni, ha dato voce, colore e anima alla squadra, anche nei momenti più difficili. A centinaia di persone viene impedito l'ingresso allo stadio, pur senza alcun daspo né una sola denuncia penale a loro carico. Una mossa inquietante, degna di un regime, che non può lasciarci indifferenti. Prendiamo atto di questa deriva e siamo pronti a reagire per vie legali, visto che la società continua a nascondersi dietro silenzi, scarica barile e burocrazia. Siamo di fronte a un abuso senza precedenti, figlio di una strategia repressiva in atto ormai da mesi".

E ancora: "Il Meazza si sta trasformando nella nuova frontiera della repressione: le curve milanesi sono diventate le cavie perfette per sperimentare un controllo cieco e sproporzionato. Un nuovo Alcatraz del calcio italiano. Uno stadio di polizia a tutti gli effetti. Quello a cui stiamo assistendo è spaventoso. E ci auguriamo che anche il resto del pubblico interista inizi ad aprire gli occhi. Biglietti a prezzi fuori controllo, codici elargiti senza criterio, abbonamenti modello pay TV, divieti arbitrari sul materiale da tifo. Una società che, giorno dopo giorno, sta trasformando lo stadio in un modello di business freddo e selettivo, emarginando chi ha sempre vissuto il calcio con passione, per poi spianare la strada a uno stadio-teatro: tanti clienti, pochi tifosi. Forse, quando tutti se ne renderanno conto, sarà già troppo tardi".

Poi la chiosa: "Chiudiamo con una frase impressa su una coreografia del 2014, oggi più attuale e significativa che mai: "Senza la passione, il calcio è morto: solo 22 uomini che corrono su un prato e danno calci a una palla. È la tifoseria che fa diventare il calcio una cosa importante". I VOSTRI ABUSI NON CI FERMERANNO. L'INTER E' DEI SUOI TIFOSI. I GRUPPI DELLA NORD".