Simone Inzaghi e gli ultimi scettici

Simone Inzaghi e gli ultimi scetticiTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 15 febbraio 2024, 19:55Editoriale
di Lapo De Carlo

E’ probabile che martedì mattina la stragrande maggioranza dei tifosi interisti abbia provato un insolito senso di leggerezza, tra il trionfo di sabato sera e la il suicidio sportivo della Juventus in casa con l’Udinese.

Quel testa a testa con i bianconeri, tra le battute velenose e alcune provocazioni di Allegri, la pressione mediatica, la responsabilità di dover vincere lo scudetto come obbligo morale per essere stati capaci di costruire una squadra migliore, nonostante l’ennesima estate complicatissima, tra cessioni obbligate, addii polemici e difficoltà nel concludere gli acquisti, senza poter spendere più di quanto guadagnato (una cosa normale in un mondo normale, sia chiaro), sembra un ricordo lontano

Resta il fatto che dopo il mese di agosto, al culmine di qualche perplessità espressa sull’opportunità di alcuni acquisti, l’opinione pubblica si è rivolta all’Inter come unica favorita per lo scudetto. Torneremo più avanti sulla questione ma è difficile esprimere un concetto esclamativo senza aver ancora vinto qualcosa di veramente importante.
La carriera di Inzaghi infatti è ad un bivio. Negli ultimi due anni è curioso notare che verso il tecnico sono stati espressi complimenti sinceri e grandi salamelecchi dalle stesse persone che ipocritamente, la settimana successiva ne contestavano l’operato.
Tra gli stessi tifosi nerazzurri, ancora oggi, resiste un numero cospicuo di scettici e oppositori dell’allenatore. Tra i commenti entusiasti per il gioco e i risultati c’è chi ancora non ama Inzaghi e gli rimprovera alcune scelte tecniche, così come lo scudetto perso due anni prima. Sembra che sia faticoso contestualizzare l’ambito nel quale ha dovuto lavorare e le ragioni che gli hanno impedito di cogliere il grande successo.



L’Inzaghi di oggi non avrebbe perso il titolo del 2022, semplicemente perché è un uomo più sicuro, più padrone della macchina. E’ evidente che in questi due anni abbia fatto errori, probabilmente anche decisivi, ma compatibili con la sua inesperienza ad alti livelli.
Il bivio è quello di una stagione che, se dovesse concludersi con la seconda stella, porterebbe il tecnico nella storia, trascurando il percorso in Champions League.

Con il titolo in mano sarebbe definitivamente consacrato, risultando anche uno dei manager più importanti del calcio che conta.
Se dovesse perderlo non sarebbe molto diverso da Hector Cuper.

Inzaghi sa che quest’anno si definisce l’orientamento del suo percorso e che la sua carriera può avere una svolta in un senso o nell’altro. Al contrario nei primi due anni gli sono state riconosciute valide attenuanti.

Oggi gli è stata tolta la rete di protezione, gli hanno chiesto di vincere lo scudetto ed è stato scambiato come obbligo.
Personalmente non credo più negli uomini del destino. Oggi nessun allenatore può far vincere una squadra da solo e non vedo più santoni. De Zerbi fa giocare bene il Brighton ma è una squadra da ottavo posto ed è lì che si trova.
Ten Hag era in grande ascesa ma al Man Utd ha grandi difficoltà. Tra i senatori Mourinho è in fase calante, Klopp è stanco, Guardiola ha comunque bisogno di investimenti enormi per vincere così tanto, Ancelotti fa girare il Real ma se gli dai il Napoli e l’Everton il livello resta medio.

L’allenatore funziona al massimo se anche il club lo fa. I risultati di questa stagione stanno dimostrando che è la macchina Inter a funzionare, mentre il pilota Inzaghi conosce meglio la bestia che guida. Sta tenendo piuttosto bene e sa che può ancora sbandare.
Sarebbe bello vedere tutti dalla sua parte, finalmente