Senza i gol di Vlahovic, oggi l'Inter riposerebbe con beatitudine. Ma si va avanti un passo alla volta

Senza i gol di Vlahovic, oggi l'Inter riposerebbe con beatitudine. Ma si va avanti un passo alla voltaTUTTOmercatoWEB.com
domenica 28 gennaio 2024, 18:56Editoriale
di Gabriele Borzillo

Così, dopo aver portato a casa l’ennesima coppa - magari qualche tifoso non sarà entusiasta ma io lo sono sempre quando l’Inter vince qualcosa e non dimentico gli anni di dieta forzata, brutte figure, gioco scadente e il miraggio della qualificazione alla Champions quale punto d’approdo per dare un senso all’intera annata sportiva. Quindi, se la mia squadra vince anche la coppa del litorale romagnolo, sono felice e mi bullo di averla conquistata – ci ributtiamo anima e corpo nel campionato.

Complicato. Non tanto per il cammino che i ragazzi stanno facendo, esaltante spesso e volentieri, quanto perché gli altri - oggi davanti per un gioco di asterischi e l’assurdità di far disputare la Supercoppa Italiana a fine gennaio, cosa non si fa per raccattare qualche euro quando cerchi disperatamente di rilanciare una serie A con poco aplomb e ancor meno tifosi interessati a seguirla nei diversi continenti - corrono a perdifiato grazie alle peripezie realizzative di un ragazzo che l’estate scorsa era ai margini del progetto, perché di questo parliamo. Senza i gol di Vlahovic, personalmente lo porterei di corsa nella squadra per cui faccio il tifo senza pensarci nemmeno un nanosecondo, oggi l’Inter riposerebbe con beatitudine e un cospicuo gruzzoletto di punti da gestire.

Ciò appartiene al mondo dei se e dei ma: il mondo reale, al contrario, ci mette di fronte alla necessità di tornare da Firenze, a tarda sera, avendo in tasca e nella mente certezze per continuare una lotta al vertice appassionante quanto mai, avrei preferito non fosse così appassionante ma non importa. Il tutto, chiaro, in attesa dello scontro del 4 febbraio, asterisco o meno.

La fantastica formuletta della Supercoppa ci ha consegnato l’Inter, già priva di Calhanoglu, con un secondo, pesantissimo vuoto: Nicolò Barella. Ci sarebbe da ridire, non ridere, attenzione alle vocali, sulla regola sconsiderata pensata per l’occasione, una manifestazione senza agganci col campionato, che consegna alla ripresa dei giochi quattro squadre tutte colpite, chi più chi meno, dal giudice sportivo: però questo è stato deciso e forse, facciamo senza forse, si sarebbe dovuti intervenire opponendosi molto prima, appreso il criterio adottato in caso di ammonizione da sommare, mah, a quelle raccolte in campionato.

Dunque l’Inter scenderà al Franchi senza tre quarti di centrocampo titolare. Assenze pesanti, da circoletto rosso: il polmone e il cervello della mediana, il mastino stoccatore e il facitore di gioco, la mente della squadra. Se da un lato non posso far finta di niente, dall’altro sarà l’occasione più importante della stagione per Asllani e Frattesi, i due presunti sostituti, il futuro dell’Inter che verrà nei disegni dirigenziali. Vetrina significativa, tesi di laurea per la coppia. Firenze è campo tosto, la Fiorentina squadra che lotta per un posto Champions. Ci sarà da ragionare, da sudare, da lottare: senza lesinare energie, senza pensare a ciò che sarà dopo. Nella testa dei giocatori deve rimbombare Firenze, solo Firenze: Simone Inzaghi è bravissimo a comunicare questo genere di concetto ai suoi. Il resto della storia lo racconteremo: da domani.

Alla prossima.

Avanti l’Effecì.