Non vedevo l'ora della fine del mercato. L'Inter ha mantenuto le promesse fatte a giugno
Non so voi, ma io non vedevo l’ora. E sto parlando della fine del mercato. Basta chiacchiere, depressioni, esaltazioni, confronti agghiaccianti, “loro sono meglio”, “noi non prendiamo nessuno”, picchi e abissi. Basta. Si passa la parola al campo che poi è l’unica cosa che conta, molto più di un qualsivoglia giocatore acquistato o ceduto. Del resto sapete come funziona: il mercato regala gli ingredienti ma senza un bravo chef i piatti te li sogni.
E allora vedremo quello che saprà fare mister Inzaghi (ha iniziato benissimo, altro che balle), ma intanto tocca dire un paio di cose. Nell’estate dei deliri e delle critiche preventive, i momenti di sconforto non sono mancati. Spesso si sono trasformati in attacchi frontali e cattiverie gratuite. Anche il sottoscritto a un bel punto si è fatto prendere dallo sconforto (“ma cosa minchia succede?”) e ha dimenticato la lezione numero uno: i bilanci si fanno alla fine.
Oggi, 2 settembre, possiamo fare un primo bilancio (quello più importante a fine stagione): l’Inter ha mantenuto le sue promesse. E diciamo “Inter” per tenere dentro tutto quanti nessuno escluso, e siamo certi del fatto che le promesse sono state mantenute perché conoscevamo i presupposti.
C’era stato promesso un mercato “finalmente a zero”, un grosso passo avanti rispetto ai mercati in clamoroso attivo delle ultime sessioni. Ebbene, così è andata: il bilancio cartellini venduti/cartellini acquistati (+ commissioni) rasenta lo zero.
C’era stato promesso “abbasseremo l’età media” e così è stato. Oddio, l’Inter probabilmente non è la squadra più “fresca” del mondo, ma ha completato un mix di esperienza e gioventù che è sempre l’ideale quando si vuole provare a vincere.
C’era stato detto: “Dovremo abbassare il monte ingaggi”. Così è stato. L’Inter ha ridotto i salari nell’ordine del 10-15% complessivo, rispetto alla stagione passata.
E poi la più importante. Avevano promesso al mister “costruiremo una squadra che possa agevolare il più possibile la tua idea di calcio”. Ebbene, lo hanno fatto. Ci sono giocatori più tecnici (l’ultimo si chiama Klaassen), esterni bravi nell’1 contro 1, centrocampisti in grado di “buttarsi dentro” (Frattesi), difensori con piedi da registi (Pavard), in definitiva una rosa più completa. Ok, probabilmente manca un “vero bomber” da affiancare a Lautaro, ma complessivamente i gol non mancano affatto.
Un’ultima cosa, fondamentale. L’estate scorsa la preparazione è stata viziata da un nervosismo che ha condizionato molto l’inizio della stagione, quest’anno al contrario il gruppo è parso stra-compatto, convinto, concentrato e consapevole. E, vi dirò, forse il “caso-Lukaku” ha aiutato a rendere i vice campioni d’Europa ancora più uniti.
Badate bene, tutto questo non significa “scudetto della seconda stella garantito”, ma vuol dire che chi gestisce il glorioso marchio nerazzurro quest’estate ha rispettato il primo comandamento, che poi è quello davvero imprescindibile: mai mentire a un popolo appassionato e dare sempre il massimo delle proprie possibilità.
Buona stagione 23/24, interisti.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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