Ma quale Champions, è l'Inter che deve diventare un'ossessione per il City. Paura sì, ma solo degli assassini

Ma quale Champions, è l'Inter che deve diventare un'ossessione per il City. Paura sì, ma solo degli assassiniTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 7 giugno 2023, 18:15Editoriale
di Patrick Iannarelli

Federico Dimarco gasa. E ha ragione a dire che la Champions League per l'Inter è un sogno mentre per il Manchester City è solo un'ossessione. E va bene parlare di squadra super favorita, sposta l'attenzione nella maniera corretta nei confronti di chi deve far tutto pur di vincerla. C'è un però, un appunto come al solito da fare: non è la Champions League a dover essere un'ossessione per il City e per Guardiola, ma l'Inter. Deve essere un incubo, un muro invalicabile e difficile pure da buttare giù.

Il catenaccio è un prodotto tipico italiano e va correttamente esportato fino al Bosforo (con etichetta e provenienza in bella vista), la difesa chiusa a quadrupla mandata deve diventare la kriptonite dei giochisti fino allo sfinimento, la costruzione dal basso deve essere l'arma a doppio taglio degli assassini nominati da Bastoni. Quelli devono far paura, gli altri sono terrestri. Forse un po' meno rispetto a Lukaku e compagni, ma comunque terrestri. 

Sì è vero, il Manchester City è una corazzata. Ma basta con questa storia, il valore di chi è in campo lo conosciamo benissimo. C'è Haaland, nemico giurato numero uno, c'è anche Bernardo Silva che non sottovaluterei così facilmente. De Bruyne, Gundogan, ecc, ecc. C'è un tecnico in panchina che ha inevitabilmente cambiato il gioco del calcio, ha elevato il Dio pallone alla sua massima espressione, fa giocare a calcio parecchio bene le sue squadre. Questo è chiaro e lo hanno capito pure i muri. 

L'Inter però è arrivata fin qui, dopo un girone in cui tutti avevano già dato l'estrema unzione (anche gli interisti, quelli che ora gonfiano giustamente il petto). Poi le due portoghesi e quel derby vinto, stravinto e rivinto. È un percorso pieno di sfacciataggine, di gare giocate a testa alta, di ritmi ampliati e compressi, di una squadra che a confronto degli inglesi può apparire come l'armata Brancaleone. Ma che è tutto fuorché sprovveduta.

E quindi l'Inter deve diventare un'ossessione, una squadra complicata da leggere, difficile da buttare a terra. Poi si vedrà il risultato, conta l'atteggiamento. Niente paura, è solo una partita di pallone. Undici contro undici - salvo rossi e risse -, tra umani un po' più deboli e umani un po' più forti. Ma la storia se letta nella maniera corretta ha sempre insegnato tanto: il piccoletto a volte è stato più furbo del gigante.