L’Inter non si piange addosso e lo dimostra con l'Empoli
Dopo la tempesta e una vittoria scippata da un protocollo usato impropriamente, la consueta polemica sull’episodio di turno che contro la Juventus sfavorisce sempre l’Inter (negli ultimi anni da Orsato a Calvarese fino a Guida e Mariani) la rabbia ha fatto posto ad una ritrovata serenità.
La sera prima il Milan aveva messo ulteriore pressione alle avversarie con la vittoria sul Torino a San Siro, così l’Inter è scesa in campo con la consapevolezza di non poter sbagliare.
Poco prima la Juventus aveva perso in casa clamorosamente contro il Sassuolo, consegnando un sapore di rivalsa, dopo quanto sottratto ingiustamente domenica, e ricevendo contemporaneamente un senso di afflizione per non aver saputo/potuto vincere contro una Juve non trascendentale.
L’Inter è scesa in campo con alcune variazioni previste nel numero ma non così prevedibili nelle scelte.
Simone Inzaghi ha sistemato D’Ambrosio come terzo della difesa, piazzato Gagliardini a supporto di Brozovic e Barella, rimesso Di Marco titolare e Sanchez vicino a Lautaro per far rifiatare Dzeko.
L’Inizio di partita sembra rivelare quanto manchino gli sganciamenti di Skriniar, la sua forza fisica e un altro play in grado di liberare spazio per Brozovic, seguito fin dal primo minuto in ogni zona del campo.
Sanchez è un altro giocatore rispetto a Dzeko. Pur essendo più seconda punta da meno profondità e fisicità ad un reparto che trova le prima occasioni solo con i tiri dalla distanza di Di Marco e Lautaro.
Dopo mezzora la squadra si ritrova con pochissime occasioni costruite e il rischio di prendere il gol da Luperto che tira da solo in mezzo all’area, ma trova D’Ambrosio che si immola per salvare la porta, sua grande specialità.
Al 33° arriva un momento importante perché Bandinelli verticalizza verso Bajrami, il quale prova a girarsi cade a seguito di un contatto con D’Ambrosio, bravo a fare la diagonale. L’arbitro ha visto, anche il var e nessuno interviene. Il contatto c’è ma lieve e il giocatore si lascia cadere e dimostra una volta di più come lo stesso presupposto possa esserci in centinaia di contatti in area sanzionabili o no solo in base alla discrezionalità dell’arbitro. Dumfries domenica aveva effettivamente toccato il giocatore della Juventus ma senza Var (entrato in causa con spregiudicatezza) quel tipo di rigore non verrebbe sempre sanzionato.
Due minuti dopo gran giocata di Sanchez il quale vede l'inserimento di un D’Ambrosio incredibilmente centrato e lo serve e gli mette il pallone sulla testa, il colpo è preciso e Vicario è battuto. Inter in vantaggio e al riposo con la partita in controllo.
Nella ripresa l’Inter parte bene con due azioni pericolose in cui è protagonista Sanchez.
Poco dopo la seconda svolta con l’espulsione di Ricci a seguito di un intervento davvero brutto su Barella. L’Inter continua a macinare calcio e colleziona occasioni clamorose colpendo un altro palo con Gagliardini, il quale poco dopo impegna di nuovo Vicario. Il portiere dell’Empoli si rende protagonista di una parata disumana su colpo di testa di Lautaro Martinez ma la squadra di Simone Inzaghi, seduto in tribuna trova il raddoppio grazie a Di Marco servito molto bene da Lautaro.
L’ottima notizia viene da chi ha sostituito degnamente i titolari. Sanchez è stato positivo, Gagliardini è cresciuto alla distanza, D’Ambrosio è risultato decisivo e molto attivo nella fase più difficile della partita e Di Marco oltre a trovare il gol è sempre stato presente nella manovra.
L’Inter resta saldamente al terzo posto, non ha margini di errore e questo contribuisce a tenere sulla corda tutta la squadra. Inzaghi ha la stessa media di Conte l’anno scorso, ha meno punti fermi ma non ha perso la sua combattività.
Essere campioni d’Italia non permette di arrendersi o di fare stagioni di transizione. Vincere ad Empoli era importante, nessuno si è pianto addosso e si è visto il risultato.
Anche questa è mentalità.
Amala
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