L'Inter che corre
Incredibile, esiste una squadra partita per le nazionali che corre. Oh, ma proprio corre. Vedere Brozovic, Dimarco, Denzel, aggiungete Voi chi preferite, sguazzare felici a destra e a manca per i prati verdi degli stadi europei e non solo mi ha, come dire, aperto il cuore. Allora significa che se c’è da far andare i muscoli delle gambe i muscoli rispondono. E com’è che, quando si tratta di mulinare col nerazzurro addosso, gli stessi muscoli vengono pervasi da ondate di tristezza più che incipiente? Confesso, ho pensato più e più volte che la condizione fisica non adeguata fosse l’ingrediente fondamentale per questo inizio stagione quanto meno singhiozzante, anche perché alla fine della fiera siamo ancora lì, quota dodici, solo il Napoli spallettiano sembra viaggiare per conto suo insieme all’Atalanta, con l’Udinese a fare da terzo incomodo. Forse mi sbagliavo: ma forse, intendiamoci.
Criticare l’Inter ci sta, come potrebbe non starci dopo prestazioni incolori, inodori e insapori sul genere Lazio o Udine, del derby non parlo, non è concepibile consegnarsi ai cugini in maniera tanto pietosa. Ma, proprio per questo senso di disagio che ha accompagnato il pronti via del campionato indigeno, una riflessione mi viene spontanea, anche se in passato l’equazione non ha trovato riscontro positivo: se giocando così male riusciamo a restare nel gruppone delle inseguitrici, raddrizzando il tiro non potremmo fare non so se stra bene, diciamo meglio mettendo le mani avanti e toccando tutto quanto il possibile o lecito?
Comunque, a parte pensieri in libertà, questo scorrazzare felici sopra un prato verde sotto un cielo blu...no, questa non è nostra...mi provoca un che di fastidio. Simoncino nostro non sta centrando la sua miglior stagione: perciò, vista la condizione fisica improvvisamente ritrovata, che ne direste, cari i miei gggiocatori con la o aperta avrebbe detto un ex allenatore nerazzurro, di mettersi una mano sul cuore e stringersi intorno ai colori, dimenticando eventuali incazzature o incomprensioni recenti o pregresse? Giusto per ricordare, ne va di mezzo la squadra e, soprattutto, ne vanno di mezzo i tifosi, il che è molto peggio. Provo a immaginare uomini e donne, ragazzi e ragazze smazzarsi dieci ore o più di pullman per vedere la roba imbarazzante di Udine. Ma anche prima di Udine. Insomma, signori, bisogna regolarsi: le potenzialità ci sono, la tecnica anche. L’Inter non è squadra sopravvalutata, per niente. Quindi rimettersi in carreggiata, c’è un lavoro da fare. Facciamolo. Anzi, fatelo. A cominciare da chi comanda. Delle belle parole, delle belle frasi, il tifoso non sa che farsene. E, non avendo dubbi nel ritenere l’Inter non so se favorita, di certo nella ristretta, ristrettissima cerchia di vincenti papabili beh, dai, diamoci, anzi datevi, una mossa.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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