Inter, testa e cuore

Inter, testa e cuoreTUTTOmercatoWEB.com
domenica 18 settembre 2022, 00:00Editoriale
di Gabriele Borzillo

Udine è già di per sé un campo complicato: stavolta le complicanze si amplificano grazie alle prestazioni dei bianconeri friulani. Perché dai, alzi la mano chi, un mese fa, avrebbe scommesso un centesimo sui tredici punti in classifica dei ragazzi di Andrea Sottil dopo sei giornate – a proposito di Sottil, magari uno sguardo al figlio Riccardo, attualmente alla Fiorentina, io lo darei cari Marotta, Ausilio e chi di dovere, poi vedete voi – e che, tra parentesi, non sono nemmeno frutto di episodi casuali, quella classica combinazione di sì, vabbè, giocano bene ma hanno anche fortuna e il loro portiere le prende tutte. Non so quanto o se vi sia capitato di seguire qualche partita dell'Udinese. Beh, a me è successo e, lo dico senza il minimo timore di essere smentito, i friulani giocano un gran bel calcio, fatto di fisicità, grande condizione atletica e, lo sottolineerei prima della partita che dopo è troppo facile, tanta buona tecnica.

Vero, innegabile, spesso gli allenatori fanno bene nella società di proprietà Pozzo: però, consentitemelo, Andrea Sottil ha portato un inatteso connubio tra prestanza atletica e trattamento del pallone. Insomma, diciamocelo in tutta franchezza: avessi potuto evitare di incontrare qualcuno, in questo preciso momento storico, l'Udinese anche no. Il discorso noi siamo l'Inter e devono essere gli altri a preoccuparsi quando ci incrociano lo condivido in parte o, come racconta la storia del calcio nostrano, sono completamente d'accordo a metà con chi lo suggerisce. Continuo a ritenere l'Inter più forte delle altre: a patto di recuperare una condizione fisica accettabile. Oggi, lo scrivevo recentemente e lo penso ancora, stiamo trasferendo sul terreno di gioco forse poco più del cinquanta per cento di quanto nelle nostre corde, facciamo il sessanta per essere propositivi. Ma è un dato di fatto quello di andare ancora col freno a mano tirato, magari in maniera leggera, però sempre tirato: veniamo da un ottimo allenamento in terra ceca, Plzen la archivio con un applauso grazie alla personalità dei nerazzurri in campo. Dal punto di vista della corsa, al contrario, ho avuto l'impressione di una squadra ancora imballata a tratti, poco lucida in qualche scelta, anche elementare, impacciata nelle transizioni, fondamentale nel quale eccellevamo poco più di dodici mesi or sono, magari anche meno.

Però la realtà ci racconta che l'Inter ha saputo rialzarsi dopo lo schiaffo - pesante non per punteggio ma per quanto ammirato, si fa per dire, sul campo – nel derby con un doppio successo dal peso specifico enorme. Il gol di Brozo col Toro, dovrebbe essere della partita nonostante qualche leggero fastidio Marcelo, in alternativa abbiamo un ventenne di bellissime speranze seduto in panchina, potrebbe davvero aver spalancato nuovi orizzonti nel poco ammirato in questo inizio stagione. D'accordo, Udine l'avrei evitata volentieri, l'ho scritto e non me lo rimangio. Però Udine sarà una cartina al tornasole di quelle serie visto il valore dell'avversaria di turno. Infine ricordo che la passata stagione, a guida Simone Inzaghi, in Friuli l'Inter schierò dall'inizio Gagliardini in mezzo e Dimarco nei tre dietro. Vincendo. Ho capito, non siamo quelli della passata stagione, neppure l'Udinese lo è: ci vorranno testa e cuore. Anche un filo di coraggio, caro Simone. Diamo una scossa al campionato, facciamo capire a tutti quanti che noi ci siamo, siamo ritornati. Ne abbiamo tutte le potenzialità.

Alla prossima.