Dzeko, Darmian, Acerbi e il nostro inutile bla bla bla
Iniziare un pezzo su “L’interista” con un elogio per Vialli certifica la sua grandezza: è stato il simbolo di una grande Juve, ma anche il bomber di tutti. È stato enorme in campo, inarrivabile fuori, soprattutto negli anni della malattia. Porca miseria, è stato un esempio gigantesco di come si possa vivere, e bene, anche in una condizione maledetta. È stato illuminante, guida, collante del gruppo azzurro nel mese della cavalcata europea. E se pensate “beh, mica ha segnato dei gol”, vi sbagliate di grosso. Quello che ha detto, come lo ha detto, quello che ha fatto, come lo ha fatto, sono stati determinanti. Chi ha visto il docufilm “Sogno azzurro” sa di cosa stiamo parlando, ovvero di Luca Vialli, leggenda italiana.
E ora il resto, è cioè Monza-Inter. Anzi no, è il momento delle scuse.
Quelle per Francesco acerbi, per dire. Sul suo conto ne abbiamo sentite e dette innumerevoli. Ci riferiamo al giocatore che l’estate passata ha vissuto la condizione del ghettizzato, non voluto, respinto da chiunque. Gli abbiamo dato del “bollitissimo”, qualcuno ha persino avallato le voci orrende che lo volevano “complice milanista”, autore di giocate volontarie per favorire i rossoneri in Lazio-Milan della passata stagione. Puttanate micidiali che nell’era dei social prendono piede in un attimo, basta un fermo immagine ben fatto e zac!, si monta il complotto: “Avete visto? Acerbi ha sorriso dopo il gol del Milan!”. E giù insulti.
Sembrava destinato a vivere in una sorta di oblio pallonaro, ma Inzaghi ha insistito per averlo come fanno i bambini con lo zucchero filato e alla fine è stato accontentato.
Aveva ragione lui, Inzaghi, e lo abbiamo capito nel corso degli ultimi 4 mesi: il campione d’Europa in carica fin qui ha sbagliato quasi nulla e ha dimostrato che le macchinazioni e i complotti sono solo materiale buono per riempire giornate di nulla mediatico e per mostrare tutta la nostra stupidità.
E tocca chiedere scusa anche a Matteo Darmian, soldato perfetto. Il qui presente non era così felice del suo arrivo. “Porca miseria c’è di meglio”, pensavo. E lo pensavano in tanti. Beh, è arrivato nell’indifferenza generale e si è dimostrato affidabile come l’amico migliore. Non stiamo parlando della reincarnazione di Maicon, sia chiaro, ma di uno che tendenzialmente fa pochissime parole e porta a casa fatti. Bravo, porca miseria.
E tocca chiedere scusa pure a Dzeko, quello che “pare una mummia”, “va tolto dal sarcofago”, “ma cosa ce ne facciamo di ‘sto vecchio bolso” e così via. Se l’Inter ha ancora mezza speranza di poter lottare per lo scudetto è anche e soprattutto merito suo. E non solo per il gol contro il Napoli, ma per tutto quello che ha fatto fin qua. Segno evidente che non esistono giocatori “giovani o vecchi”, semmai giocatori “forti e impresentabili”. Dzeko rientra nella categoria dei grandi giocatori e, certo, non gli si potrà chiedere la Luna fino alla fine della stagione, a meno che non sia lui a portarcela. Avanti così Cigno di Sarajevo.
E tocca chiedere scusa anche al Tucu Corr… No, non esageriamo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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