L'Inter fa il massimo, il Liverpool è semplicemente più forte. Una lezione preziosa
Scomodando un vecchio adagio, l'Inter non perde: o vince, o impara. Questa sera ha imparato. Si fa per dire, beninteso, perché la sconfitta c'è stata, ed è anche piuttosto pesante. Settanta minuti di superiorità certificata dal conteggio delle occasioni non sono serviti a piegare un Liverpool che, dalla sua, ha la forza sorniona ma ineludibile dei campioni. Sfida decisa da due pezzi di bravura: una torsione da puntero di Firmino e un blitz da opportunista di Salah. La differenza sta tutta qui: due guizzi dei Reds hanno fatto pendere l'ago della bilancia nella direzione opposta rispetto alla quale i nerazzurri, con ammirevole laboriosità, avevano cercato di condurlo.
Un boccone da inghiottire col volto corrucciato, amarissimo. Ma che andrà digerito con la consapevolezza di chi sa di essersela giocata ad armi pari, e a tratti con evidente superiorità, con una delle corazzate più temibili d'Europa. Serviva la partita perfetta, che c'è stata sotto il profilo della personalità e della proposta di gioco. Il grande difetto della serata, atavico, è stata la capacità realizzativa: troppe volte l'Inter ha avuto l'opportunità di fendere la cortina rossa, senza però affilare a sufficienza gli artigli.
Il ritorno di Anfield reca ora tutti i crismi di una formalità soltanto da espletare. L'Inter può e deve uscirne rafforzata, a testa alta, consapevole della propria forza e della propria mentalità. Per qualcuno l'esito era scontato, i nerazzurri l'hanno messo in discussione per un'ora abbondante. In Inghilterra l'imperativo sarà evitare tracolli, affastellare un altro po' di esperienza per provare a spingersi oltre il galà delle prime sedici d'Europa tra un anno.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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