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Ausilio: "Oggi la rosa dell'Inter è già forte, i giocatori da cambiare sono davvero pochi"

Ausilio: "Oggi la rosa dell'Inter è già forte, i giocatori da cambiare sono davvero pochi"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca 2022
mercoledì 8 maggio 2024, 17:56Primo piano
di Yvonne Alessandro

Questione di giorni per sollevare il cielo il trofeo da campioni d'Italia. Tra presente e futuro del club, con il mercato estivo alle porte, a breve le dichiarazioni del direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio, nell'intervista rilasciata ai microfoni di Libero in diretta Instagram. 

Come va la gamba? So che si è infortunato...

"Per una buona causa, al primo passo per entrare in campo dopo il derby pensavo fosse una cosa semplice e in realtà ci sarà tempo per recuperare. Volevo provare a scattare, ma sono rimasto lì".

Come giudica la stagione?

"Stagione positiva. Anche per il coordinamento dell'area, le performance dei calciatori passa da un gruppo di lavoro importante. C'è buona comunicazione anche nell'area medica, non c'è solo chi è sul campo. Si vince perché sicuramente quando hai più giocatori a disposizione dai più possibilità all'allenatore di avere più scelte a disposizione e di portare a casa i risultati".

Dopo tanti anni vinci lo scudetto della seconda stella. Cosa pensa Ausilio?

"È una cosa che mi appartiene, cosa tipica di chi fa il mio lavoro. Da uno a 100, 95 è solo sofferenza e il 5% rimanente è lavoro. Il godimento di quello che stai vivendo è breve, dal giorno dopo anche per colpa vostra ci siamo dimenticati di quello che abbiamo fatto e si parla solo di mercato, di chi arriva e chi va. Ma noi vogliamo goderci questo momento, meritato. Dietro c'è un grandissimo lavoro di squadra e di gruppo".

Quando apri i giornali però si arrabbia per certi nomi fatti.

"Immagina ad agosto. Adesso meno. Mi arrabbiavo perché non trovavo cose serie, penso non sia corretto soprattutto per i calciatori che sono qui. Ci sono giocatori e allenatori, tutti i giorni venire messi in discussione in base a quello che è stata la partita a noi non fa piacere. È più un discorso di tutela verso i calciatori, ora sorrido perché tanto apro i giornali sapendo già che c'è qualcosa. Sono curioso di sapere visto che la rassegna la faccio già alle 7:30 del mattino. Mi fa sorridere. Qualche volta ci sono delle idee che possiamo prendere. Quasi sempre sono cose buttate lì che fanno perdere tempo".

Il prossimo mercato sarà a zero?

"A logica è questa la risposta. L'estate scorsa sapevamo che sarebbe stato lungo e avremmo dovuto spostare 12 calciatori, anche situazioni impreviste. Alcune per scadenze di contratto. A febbraio-marzo cominciamo con gli scout a fare un programma, e guardando le scadenze e la qualità della squadra, ci siamo resi conto che ora i giocatori da cambiare sono assolutamente pochi. Oggi l'Inter, se iniziasse la stagione fra una settimana, avrebbe una rosa competitiva, forte e in grado di ambire a quella che è già stata la stagione".

La rosa va rinforzata?

"Secondo me è una cosa buttata un po' lì. Uno dei segreti, al di là di questa squadra, è stata quella di avere una rosa giusta. Due giocatori per ruolo, due portieri, devi dare a tutti la possibilità di allenarsi ed essere presi in considerazione, lavorando con un gruppo di lavoro giusto. Uno pensa solo alla domenica, oggi con le rose lunghe e tutti vanno in panchina. Il problema è il lavoro di settimana, soprattutto quando si fa un lavoro tattico dieci su dieci. In più aver fuori qualcuno che lavora di tecnica individuale ti può andar bene per un ragazzino che secondo me non è positiva e trovo che sia antipatica da proporre a un calciatore di esperienza e anni di carriera alle spalle. Preferisco avere il numero giusto e quando c'è bisogno attingere da quelle che sono le risorse dei nostri giovani, che possono permettersi invece queste situazioni".

L'anno prossimo ci saranno cinque punte?

"Non lo so, poi entreremo nel merito e in modo più approfondito con l'allenatore a fine stagione. Quest'anno con 4 attaccanti abbiamo lavorato molto bene, non vedo perché si debba cambiare. Poi vediamo se con dei nostri giovani si può valutare di allargare. Ma c'è da considerare anche delle risorse interne nella rosa che possono giocare da punta, uno è Mkhitaryan che nasce da seconda punta. Oltre ad avere un'intelligenza sopra la media, all'occorrenza può fare l'attaccante e che il nostro allenatore abbia delle idee diverse. Poi è un allenatore brillante e giovane che ha lavorato benissimo, in passato ha provato esperienze diverse anche alla Lazio. Può magari provare cose diverse anche in futuro all'Inter. Tutti gli attaccanti però sono stati utilizzati e hanno dato un contributo".

Inter ha chiesto a Gudmundsson di prendere tempo?

"È un giocatore sicuramente di qualità. L'unica cosa che posso confermare è che piace all'Inter. Ma piace anche al Genoa, che l'ha individuato e anche ad altre squadre. Ma in questo momento noi in quel reparto siamo a posto così. Abbiamo Arnautovic ancora sotto contratto, per Sanchez non si può dire che non ci sia la possibilità di andare avanti anche con lui. Poi abbiamo dei giocatori in prestito, che stanno facendo benissimo, come Satriano in Francia che fa parlare di sé, Oristanio a Cagliari, Carboni a Monza, Pio Esposito allo Spezia, Sebastiano Esposito alla Samp che ha fatto un bellissimo gol nell'ultima giornata di campionato...noi dobbiamo valutare con calma e serenamente anche queste cose qua. Dopo un po' di vacanza valuteremo tutto".

Ad esempio Carboni può essere il quinto e far parte dell'Inter?

"Sinceramente per quanto riguarda la sua qualità può stare all'Inter non solo da quinto attaccante, anche da quarto, terzo...ma quello che abbiamo valutato in modo serio, considerando la sua giovane età, se sia giusto portarlo qui con poche partite da garantirgli o invece continuare un percorso fuori, continuando a crescere. Visto che ha attirato l'attenzione della Nazionale argentina, ha molto mercato e ha fatto molto bene a Monza. Siamo contenti di avere questi giocatori in giro per il mondo".

Più facile comprare e vendere un giocatore?

"Nel calcio moderno è diventato difficile vendere bene, perché è sempre più difficile. Se vai a vedere pochi trasferimenti importanti in stagione. E soprattutto farlo nel mercato medio, si spendono tanti soldi per i giocatori giovani di talento e top player. Nel mezzo dove ci sono quei giocatori che si devono affermare ad un certo livello si fa più fatica. E a comprare i prezzi che girano sono veramente assurdi".

Anche il prossimo mercato a zero?

"Sarà come negli scorsi anni. Sappiamo a cosa andremo incontro, sarà un mercato diverso dall'anno scorso perché devi ritoccare le cose un pochino. Se dovesse iniziare il campionato l'Inter sarebbe già pronta e non è una provocazione. Ad oggi non ci sono particolari necessità di cessioni. L'anno scorso sono stati venduti Brozovic e Onana e sono arrivate situazioni favorevoli: senza quel tipo di offerta del Manchester United e con la volontà del giocatore, noi saremmo andati avanti così".

Si narra della tua arrabbiatura con Lukaku.

"Sì, però non voglio tornarci su. La telefonata c'è stata, ma anche altre diversi. Pure i segnali diversi dal ragazzo...poi quando ho capito cosa stava succendendo ho capito che si sarebbe chiuso lì. Noi abbiamo preso la nostra strada, lui la sua e noi siamo molto contenti della nostra".

Cosa ha fatto saltare il banco del mercato?

"Guarda, la verità è che l'unica cosa che ha modificato un po' le strategie, in merito alla variabile Lukaku, è stata la scelta su Dzeko. Noi avevamo deciso in corso di stagione che non era il caso andare avanti con entrambi, non era corretto. C'era stato anche l'infortunio di Lukaku, Dzeko aveva fatto benissimo ma dico in modo onesto che senza quel problema di Lukaku avrei allungato il contratto di Dzeko. E Thuram sarebbe arrivato lo stesso".

Un giocatore che l'ha sorpreso?

"Non per la qualità, eravamo convinti di Thuram. Non siamo rimasti sorpresi, c'è stato un lavoro di scout importante. Si fa su tutti i calciatori, su di lui pensavamo che la sua condizione ideale fosse quella di attaccante e non di esterno. Una volta preso pensavamo di metterlo nelle condizioni di lavorare senza pressioni e di crescere in questo ruolo. Non in qualità di terzo attaccante. Veniva per essere un titolare, doveva dimostrarlo il più velocemente possibile. La qualità di Thuram no, ha un talento ancora inespresso. Alla luce di questo inserimento pensavamo di completare l'attacco con esperienza, quindi Arnautovic e Sanchez per andare a sopperire eventualmente l'ambientamento di Thuram".

Arnautovic avrà un'occasione anche la prossima stagione?

"Arnautovic penso sia stato un po' condizionato da qualche problema fisico. Anche per la struttura fisica che ha normale un rallentamento per infortunio. Da quello che leggo e sento, anche dalle televisioni...noi siamo contenti di Arnautovic, ha fatto quello che doveva fare. Non solo sul campo. Lo spazio che ha avuto è stato anche poco rispetto alle sue aspettative. Anche Sanchez, sono due giocatori importantissimi. La verità è che davanti si sono trovati due giocatori formidabili. Noi siamo contenti di aver avuto Thuram e Lautaro a questi livelli, hanno fatto una stagione pazzesca. Lui è arrivato per dirci che avrebbe fatto il meglio e che si sarebbe messo a completa disposizione. Noi siamo soddisfatti per quello che ha fatto quest'anno, anche a livello di spogliatoio. Non si vede, ma lo vediamo noi e l'allenatore e noi. E vale quanto il campo".

Novità sul rinnovo di Lautaro?

"Una situazione normale che c'è in tutte le società per un giocatore importante come lui. A livello economico sposta qualcosa e quando si parla di questi contratti serve tempo. La volontà del club è tenere Lautaro tanti anni, vogliamo assolutamente che prolunghi. Qual è la volontà del giocatore? La stessa. L'ha detta lui e l'agente, ma serve un equilibrio economico. Oggi lo stiamo ancora cercando, ma il contratto scade nel 2026. Non c'è nessuna fretta, non cambiano i programmi del giocatore che rimarrà capitano".

Il prolungamento di Barella?

"Più o meno le dinamiche sono le stesse. C'è continuità di rapporto, conosco Beltrami da trent'anni, faceva il direttore sportivo al Chiasso in Svizzera quando io forse ero alla Pro Sesto. Quello di Barella penso che sia ben avviata e forse nei tempi arriverà prima rispetto a quello di Lautaro, ma non cambierà la conclusione di entrambe le situazioni".

Mentre quello di Inzaghi? È in agenda?

"Una formalità. Quanti anni di rinnovo? È talmente normale che non ne abbiamo neanche parlato. Ci troveremo intorno a un tavolo, come fatto l'anno scorso e la risolveremo insieme".

Il momento del mercato più importante è febbraio? Vedi Zielinski e Taremi...

"Sì, noi negli ultimi anni abbiamo colto opportunità importanti. In finale a Istanbul nei primi 11 ce n'erano 7 che non sono costati nulla. Commissioni a parte? Normale che si porti dietro qualcosa in più, normale ci sia un riconoscimento in più visto che non hai pagato il cartellino".

Calhanoglu e Mkhitaryan come li hai convinti?

"Con Mkhi c'è stato da lavorare di più. Lui stava bene a Roma, ha avuto dei problemi fisici, ci siamo infilati in un momento di difficoltà, forse la Roma ha perso il momento giusto con lui. Lui è un giocatore di valori. Noi siamo arrivati nel momento giusto e siamo riusciti a convincerlo, anche se non era così felice di lasciare quell'ambiente. Su Calhanoglu purtroppo la genesi è stata brutta, per il dramma degli ex. In una situazione brutta e spiacevole per l'uomo che è...ma ad oggi va tutto bene. Bravi a capire quali erano le opportunità sul mercato, Calha non aveva ancora rinnovato. Poi c'era qualcosa in Spagna, qualcosa da altre parti...ma l'abbiamo convinto con una telefonata. Ha parlato con noi e con il mister, che lo ha convinto con il progetto. È stato più facile perché lo abbiamo convinto in pochissimo tempo".

Su Dimarco ci credevate?

"No, dicendo di sì direi una bugia. Abbiamo avuto un grande merito: di non aver mai mollato il calciatore, perché dopo 5 anni di prestito ci sono stati infortuni, annate in cui non è stato utilizzato. Ci sono almeno due-tre giocatori nella rosa dell'Inter che, in passato, qualcuno ha detto che non avrebbero potuto giocare titolari nell'Inter. E due sono titolari. Comunque non pensavo (per Dimarco, ndr), il merito nostro è stato di mantenere il controllo del ragazzo e di aver continuato a insistere a prestarlo. Chi è stato veramente illuminato è stato Simone Inzaghi, è stato bravissimo, ha visto in lui cose che non vedevamo. Dopo tre allenamenti mi ha detto 'Questo è bravissimo'".

È vero che Leao è stato vicino all'Inter?

"Sì, ma non ti dico quello che è successo. Molto vicino, tra noi e il club... abbiamo avuto un incontro a Londra con Gerard Lopes del Lille dove abbiamo studiato le condizioni, ma non siamo nemmeno andati avanti col giocatore".

C'è un nome ancora non fatto dai media?

"Sì, questo è il nostro lavoro. Com'è successo con Bisseck. Avevamo cinque difensori e pur avendo Darmian e Carlos Augusto ci mancava una pedina lì, che facesse il doppio ruolo. Bisseck era solo un anticipo, poi abbiamo insistito su Pavard".

Pensate di prendere un altro difensore?

"Nell'immediato no. E oggi non sono previste uscite, nessun calciatore andrà via. La difesa è a posto così, abbiamo giocatori forti. Al di là che qualcuno è vecchio, come sento dire. Come Acerbi e Darmian che mi terrei a vita, un esempio per tutti gli altri. Sono ancora integri. Buongiorno? Assolutamente no. Mi piace e anche tanto, anche Bremer mi piaceva. Ma non puoi prenderli tutti e noi siamo a posto così".

E Djalò lo voleva?

"Sì. Perché non ha giocato? Questo va chiesto alla Juve... sarebbe stato un inserimento da giugno, avevamo un accordo con il Lille che era pronto a tenerlo ancora se non c'erano altre squadre pronte a prenderlo sei mesi in prestito. Lui si sentiva pronto per far parte di una società più ambiziosa, poi ha scelto la Juve e siamo tutti contenti".

A settembre sarà contento se ha fatto plusvalenze o se ha confermato il gruppo?

"Se con questa squadra più i due giocatori già arrivati facciamo di tutto per essere competitivi e lottare per lo scudetto, sarò contento".

Guarda ancora tante partite?

"Di notte, perché i direttori sportivi lavorano soprattutto la notte".