Anno 2021 - Il caos Superlega
È la notte del 18 aprile 2021, Napoli-Inter è appena terminata 1-1. Dodici club europei, tra cui Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Tottenham, Arsenal, Real e Atletico Madrid, e le tre italiane Inter, Milan e Juventus annunciano la creazione della Superlega, una competizione che per format sostituisce la Champions League. I comunicati dei club fondatori arrivano a raffica e nel mondo del calcio c'è un vero e proprio scossone. Il progetto, nato in gran segreto, porta la firma di Agnelli e Perez, numeri uno rispettivamente di Juve e Real: ad attrarre queste big europee la possibilità di giocare più gare ad alti livelli, di aumentare i ricavi, e soprattutto di incassare subito 350 milioni di euro, solo per aver aderito. A finanziare tutto il fondo americano JP Morgan.
Il format e il gran ritiro
Nel mirino c'è il grande nemico Ceferin, numero uno della UEFA. Il format della Superlega prevede la divisione dei 20 club in due gironi da dieci: ogni club ha garantite 18 partite, con la possibilità di arrivarne a disputare 25 in caso di arrivo fino alla finale in gara unica. La notizia fa subito il giro del mondo e le proteste dei tifosi sono veementi, specialmente in Inghilterra. Tutto ciò non passa inosservato, e i club inglesi, a sorpresa, annunciano il ritiro dalla competizione. Con l'uscita di ben sei club il progetto viene meno: poco dopo annunciano la ritirata anche Milan e Inter. L'ufficialità arriva il 7 maggio quando le inglesi, assieme alle meneghine siglano un accordo vincolante con la Uefa. Formalmente annunciano di aver commesso un errore, donano diversi milioni, e accettano di rinunciare al 5% dei ricavi di una stagione in Champions. Le uniche a non fare un passo indietro sono Juve, Barcellona e Real Madrid: per loro Ceferin annuncia sanzioni pesanti, fino ad arrivare all'esclusione dalla Champions per alcune stagioni. Di mezzo però ci si mette il Tribunale di Madrid, che invita la Uefa a ritirare il procedimento disciplinare nei confronti delle tre 'irriducibili'. A fine settembre, a sorpresa, la Corte d'Appello del massimo organo europeo del calcio chiude il processo aperto. Ma la sensazione è che si tratti solo di una tregua: la guerra è ancora aperta.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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