Facchetti: "Non tutti i club hanno una storia da raccontare. L'Inter non deve commettere un errore"
Nell'intervista concessa all'edizione odierna di Tuttosport, Gianfelice Facchetti ha rievocato i suoi ricordi della Grande Inter, di cui il padre Giacinto fu l'esponente più illustre: "Focalizzo principalmente quello che mi disse una volta il portiere Sarti. Erano ragazzi, atleti e campioni consapevoli di essere stati scelti per realizzare qualcosa di memorabile, di grande, che restasse impresso nel tempo. C’era un’unità di intenti canalizzata dalla figura di Herrera, ma parliamo di una squadra con tanti leader. Picchi era un allenatore in campo, mentre Suarez era un’altra mente, quella che portava a realizzare il gioco voluto dal tecnico. E conosciamo tutti i risultati ottenuti".
Come si può tramandare la storia della Grande Inter?
"È una sfida. Viviamo un tempo della comunicazione dove conta soprattutto il presente. E la sciocchezza, magari millantata, del calciomercato, conta quasi di più di quel che è stato. Non tutti i club hanno una storia da raccontare. Se ce l’hai, come l’Inter, questa deve diventare fonte d’ispirazione. Da raccontare anche alleggerita e svecchiata per la fruizione dei giovani d’oggi. L’errore più grande sarebbe lasciare indietro tutto, come se fossero situazioni lontanissime solo perché rappresentanti i trionfi del passato. La propria identità passa dalle figure più importanti e dai momenti epici della tua squadra. Credo che un club debba quindi conoscere e saper maneggiare la sua storia, che per forza ha un peso. Se lo sai fare, anche con coraggio, tutto può essere ancora più affascinante".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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