Esclusiva

Caso Acerbi, l'Avv. Chirico: "Sorpreso della decisione? No, forse più dalle motivazioni: vi spiego"

Caso Acerbi, l'Avv. Chirico: "Sorpreso della decisione? No, forse più dalle motivazioni: vi spiego"TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 28 marzo 2024, 15:47Esclusive
di Daniele Najjar

Il caso Acerbi si chiude: nessuna squalifica per il difensore nerazzurro dopo le accuse di offese razziste nei confronti di Juan Jesus, anche se all'indomani della decisione della giustizia sportiva, è ancora aperto il dibattito sul tema. In esclusiva per la redazione de L'Interista è intervenuto l'avvocato esperto di diritto sportivo Nino Chirico, per aiutarci a capire meglio i dettagli giuridici della delicata questione.

Avvocato, questa decisione la stupisce? O era anche logico finisse così in mancanza di prove concrete?

"Non sono sorpreso dalla decisione. Vista l’importanza dei calciatori e delle squadre coinvolte, in questi casi il rischio potenziale è che si scenda a giocare su un campo più “mediatico” che giuridico, secondo un malcostume che peraltro è soprattutto italiano. Personalmente ritengo che, se effettivamente in sede di indagini non sono emersi elementi tali da far accertare il grado di colpevolezza di Acerbi secondo quelli che sono i canoni che imperano nella giustizia sportiva, è giusto che il calciatore sia stato assolto. Il problema è un altro".

Quale, avvocato?

"Non tanto nelle norme a mio avviso, ma nel taglio interpretativo. Rispetto alle offese avente matrice razziale, l’ordinamento sportivo ha dimostrato di essere molto sensibile e di volerle combattere con forza. Basti pensare alla sanzione di dieci giornate di squalifica, che per un calciatore è fortemente afflittiva. Per non parlare della “macchia” che rischia di rimanere sul percorso dell’atleta che venga condannato per una violazione di questo tipo. Semmai, più che dalla pronuncia, rimango un po' sorpreso dalle motivazioni sottese alla decisione".

Cosa intende dire avvocato?

"I pochi casi di giurisprudenza endo-federale maturati in questi anni, avevano sancito sostanzialmente un principio, che per arrivare ad un giudizio di condanna fosse indispensabile ottenere un determinato riscontro in sede di indagine, non ad un livello tale da fare emergere la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio, ma comunque ad un livello tale da essere superiore alla semplice probabilità. Nel caso di Acerbi, secondo il Giudice sportivo è emersa la buona fede di Juan Jesus, tanto che a suo carico non vengono ipotizzati “strascichi”, ed è stata anche provata l’offesa che sarebbe stata proferita da Acerbi. Ciò che secondo il Giudice è mancato è il non avere raggiunto il riscontro richiesto circa la natura razziale e discriminatoria dell’offesa. Insomma, non ci si è fermati un gradino sotto la soglia richiesta, ma proprio sull’uscio della colpevolezza. E questo rischia di costituire un precedente non di poco conto".

La giustizia sportiva ha regole diverse, ma secondo lei sarebbe stata sufficiente anche una sola testimonianza a favore di Juan Jesus per dargli ragione, dato a quanto pare nessuno ha sentito qualcosa in campo?

"Premesso che sarebbe interessante leggere il contenuto dei verbali delle deposizioni raccolte per avere un quadro più chiaro, in linea di principio ritengo assolutamente di si. Ma più che il numero delle testimonianze necessarie, ciò che rileva è l’attendibilità del riscontro indiziario, fosse anche uno solo. Almeno in questa direzione sembrano andare i precedenti degli ultimi anni in materia. Bisogna comunque valutare che nel caso di Acerbi, considerata l’importanza della gara, peraltro andata in onda in serale, vi era un altissimo livello di materiale probatorio da potere sviscerare. L’attività di indagine da potere realizzare non è ovviamente paragonabile al materiale audio-video a disposizione in una gara di Serie C, dove si era registrato in passato qualche altro caso simile".