Esclusiva

Ag. Rovida: "Futuro? A giugno. Vi racconto la sua gavetta, sognando l'Inter"

Ag. Rovida: "Futuro? A giugno. Vi racconto la sua gavetta, sognando l'Inter"TUTTOmercatoWEB.com
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mercoledì 20 marzo 2024, 22:13Esclusive
di Daniele Najjar

L'obiettivo salvezza è quasi raggiunto per la sua Pro Patria, attualmente decima nel girone A della Serie C a 42 punti, ma soprattutto sono gli obiettivi personali quelli per i quali William Rovida non può che essere fin qui più che soddisfatto del prestito dall'Inter. Il classe 2003 è approdato nel club di Busto Arsizio la scorsa estate ed a differenza della precedente esperienza con la Carrarese (la prima fra i "grandi" dopo lo Scudetto con la Primavera nerazzurra vinto da protagonista) ha subito conquistato il posto da titolare, accumulando esperienza e fiducia. 

In esclusiva per la redazione de L'Interista è intervenuto l'agente del gioiellino nerazzurro, Andrea Modora, per parlarci della sua crescita.

Come sta andando questa stagione per William?

"Molto bene, accumulare esperienza era quello che cercavamo quando abbiamo scelto la Pro Patria. Abbiamo un progetto pluriennale con l'Inter iniziato lo scorso anno a Carrara e quest'anno cercavamo il posto più adatto possibile dove potesse esprimersi e dove potesse migliorare alcuni aspetti. Sulla voglia non ho mai avuto dubbi. In 4 anni di Inter è sempre stato uno che doveva perfezionarsi, ma nell'ultima stagione a Milano ha avuto un exploit ed ha scalzato tutti".

Quali sono questi aspetti che doveva migliorare?

"Innanzitutto la gestione della gara e delle situazioni di gioco che sono fondamentali per ogni giocatore e sui quali tutti devono perfezionarsi in giovane età. Ancor di più sono fondamentali per un portiere, così come la confidenza ed il feeling con la porta ed i compagni".

E dove lo vede maggiormente evoluto?

"Sull'autorevolezza fra i pali, la sicurezza. Sai, sono aspetti sui quali tutti i giovani devono lavorare cimentandosi con i grandi. Gestire la pressione, avere il compagno esperto che è più esigente con te".

E da un punto di vista tecnico?

"Essendo giovane anche qui ci sono ampi margini sui quali concentrarsi gradualmente, anche se ha una  grande base, sia tecnica che atletica a livello di riflessi e capacità. E sono due aspetti molto richiesti sul mercato di oggi. Fisico, gioco con i piedi: ci vorrà tempo e seguirà i consigli di allenatore e preparatore atletico. Già l'anno scorso è stato importante in tal senso".

Anche se giocava poco?

"Sì, perché dopo aver vinto lo Scudetto con l'Inter Primavera aveva bisogno di un anno di ambientamento in una realtà nuova. Chiunque al posto suo avrebbe chiesto cessione a gennaio, lui non solo non lo ha fatto, ma parlando con me mi diceva: "Andrea, sto migliorando e non voglio scappare dalle prime difficoltà, se non sto giocando vuol dire che c'è qualcosa sul quale devo lavorare". E andava ad allenarsi dovendo dare 100% senza avere il posto in campo la domenica. Poi oggi gli errori ci possono e ci potranno essere, ma l'importante è la gestione di essi. I margini di crescita sono ancora tanti".

Ce la sta facendo ad esprimersi come vorrebbe?

"Lo ha dimostrato ampiamente da inizio stagione con una serie di prestazioni di alto livello, era proprio quello che cercavamo. Questo è anche il bello di avere a che fare con una società come l'Inter, una delle meglio strutturate al mondo. Un privilegio non tanto dal punto di vista contrattuale, quanto per il progetto che porta avanti con i propri giovani e le strutture che mette a disposizione, i mezzi per proseguire al meglio il proprio percorso".

Ed il meglio per quest'anno era la Pro Patria?

"Sì, sono state importanti le abilità del direttore e del mister, molto giovane: da anni questo club sceglie in maniera strategica di puntare sui giovani in porta e difficilmente sbaglia. Sapendo che potesse essere l'ambiente giusto, abbiamo forzato molto la mano in estate per questa soluzione. Vi racconto un aneddoto su questo".

Prego.

"Per convincere il direttore sportivo ho caricato William in auto e l'ho portato da lui, Sandro (Turotti, n.d.r.). "Questo è il ragazzo, tu lo hai visto vincere lo Scudetto Primavera e lo conosci tecnicamente, ma ti manca un tassello, quello umano. Incontralo, credimi": così gli dissi. Di solito le trattative durano una serie di incontri, ma mai in presenza del giocatore".

E ci ha messo poco a convincerlo?

"Sì. è nato subito un gran feeling. Da buon bergamasco è un lavoratore ed ha conquistato tutti così. Turotti mi diceva: "A me piace tanto come portiere, ma fammi ragionare che ci sono tante possibilità". Appena lo ha conosciuto però mi ha dato ragione sottolineando che ha la mentalità giusta. Lui poi è un bravissimo ragazzo, atipico, è uno studioso".

Anche i numeri sono dalla sua parte.

"Io ero convinto che la Pro Patria fosse la scelta giusta, poi sono stati bravi loro che stanno disputando un ottimo campionato, sono a metà classifica. L'indirizzamento dall'Inter è importante, ma alla fine sono anche queste le cose che fanno la differenza: l'atteggiamento del giocatore, la voglia, il sacrificio. E poi contano i numeri e le parate, lui è a 9 clean sheet, ma ce ne saranno altri".

In futuro cosa lo aspetta?

"Dopo questa stagione avremo ancora un altro anno di contratto, a giugno parleremo con l'Inter".

Sente spesso l'Inter?

"Molto frequentemente, sì. Ogni domenica c'è qualcuno della società presente per osservarlo, questo è il vero valore aggiunto dell'avere un contratto con un club così. Perché stilano dei rapporti sul suo rendimento condividendolo anche con noi, ciò gli permette di migliorare rubando le conoscenze di chi è più preparato, parliamo di professionisti di alto rango".

L'Inter è il suo obiettivo finale?

"Lo è fin dal momento in cui ha fatto il primo allenamento o in cui è stato convocato per la prima volta in prima squadra. Ha i piedi per terra, ma quello è l'obiettivo. Gli strumenti per arrivarci sono il lavoro quotidiano ed i consigli dello staff per completarsi".

Oggi è già pronto a misurarsi in una categoria superiore?

"Ne parleremo con l'Inter e sarà chiaramente fondamentale la loro valutazione in merito. Se lo chiedi a me beh, per l'esperienza ed i portieri che ho visto passare dico che non lo vedrei affatto in difficoltà a misurarsi in categorie più alte. Certo, farlo tanto per acquisire uno status non ha senso, per questo dico che deve esserci un fine condiviso con l'Inter".

Questa gavetta lui come la sta vivendo?

"Con naturalezza. Al suo arrivo all'Inter nei primi anni giocava poco, ma sapeva che quella era la palestra perfetta per crescere. Lo stesso alla Carrarese ed oggi alla Pro Patria. Sappiamo che la Serie C non è il suo obiettivo finale, ma la vive con serenità, abituandosi ad una quotidianità e routine che rispetto alla Primavera è completamente differente. Lui è maturo".