Successi, conferme e una mentalità combattiva: l'Inter U23 è già la creatura di Stefano Vecchi

Successi, conferme e una mentalità combattiva: l'Inter U23 è già la creatura di Stefano Vecchi TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:00Editoriale
di Michele Maresca

L'inizio di stagione dell'Inter U23 è stato dei più rosei, probabilmente anche al di sopra delle aspettative dell'ambiente nerazzurro. Non perché non si avesse fiducia nel potenziale dei giovani canterani inseriti nella compagine allenata da Stefano Vecchi, ma per la naturale esigenza di dover affrontare un percorso di adattamento al contesto di una Lega probante come quella di Serie C.

La classifica del girone A, dopo 8 giornate, vede i meneghini occupare momentaneamente la terza posizione in Campionato, condivisa con l'Union Brescia. Una posizione, quella dei nerazzurri, raggiunta grazie a una serie di 5 vittorie consecutive, interrotta dall'ultimo pareggio casalingo contro l'Ospitaletto. Ma anche quest'ultima sfida, nonostante non si sia conclusa con un successo finale dei nerazzurri, ha fornito una dimostrazione evidente di un pregio già acquisito dalla squadra di Vecchi: il fatto di non essere mai domi, di combattere fino all'ultimo secondo disponibile per provare a conseguire un risultato utile in ogni gara.

Su queste basi, è possibile porre l'accento su due componenti che stanno animando l'inizio di annata dell'Inter U23: quella mentale, rappresentata dall'atteggiamento famelico e combattivo che ne caratterizza l'andamento sul rettangolo di gioco; quella squisitamente tecnico-tattica, data dall'organizzazione mostrata dalla squadra, dai meccanismi di gioco proposti e dagli automatismi acquisiti in un arco di tempo relativamente limitato. La compresenza di tali fattori sta fondando le prestazioni e i risultati finora conseguiti dalla compagine nerazzurra, ponendo al contempo le premesse per auspicare in un futuro foriero di nuove consapevolezze e traguardi da raggiungere.

Questa è la speranza di due dei calciatori che stanno maggiormente incidendo nella squadra meneghina, ossia Luka Topalovic e Issiaka Kamatè, il cui sguardo trascende i confini di questa stagione per alimentare il desiderio ultimo di affermarsi nel contesto della Prima Squadra nerazzurra. Le prestazioni finora offerte dallo sloveno e dal francese sono più che positive, sia per l'effettivo contributo di entrambi sul prato verde sia per ciò che tali performance denotano a proposito dello stato già raggiunto da essi. Tanto Topalovic quanto Kamatè, infatti, si sono dimostrati in grado di assumersi responsabilità importanti, anche in fasi delicate di un incontro, non temendo di orientare con le proprie giocate l'andamento di una gara della propria squadra.

Un'assunzione di responsabilità che è la diretta conseguenza del modo di operare del tecnico Vecchi, il quale considera l'idea di lavorare con i giovani come una costruzione complessiva nella quale il tecnico ha la "possibilità di incidere sulla costruzione" dei calciatori con cui lavora, "potendosi permettersi di forzare di più certi aspetti". Operare sull'aspetto mentale dei propri giocatori è un'attività da lui svolta in combinato disposto con quella di natura tecnica, con una triade di concetti che ne caratterizza il modo di intendere il calcio: aggressività, verticalità e pressing alto. 

Conoscere la visione dell'allenatore bergamasco, che è conforme a quella che il tecnico nerazzurro Cristian Chivu sta provando a trasformare in proposta concreta in Prima Squadra, consente di entrare nell'ottica dei meccanismi interiorizzati dai calciatori nerazzurri, della mentalità con cui essi operano sul rettangolo verde e delle basi che orientano il loro gioco.  

L'Inter U23 è dunque già la creatura di Vecchi, del quale ha assunto idee, principi e valori. Le capacità calcistiche e umane del direttore d'orchestra nerazzurro sono evidenti e ben note: quanto più i suoi musicisti si dimostreranno in grado di recepirne gli insegnamenti, tanto più ne risentirà in termini positivi il loro percorso di maturazione personale e professionale.