Lautaro è l'anima dell'Inter. Una leadership consapevole che consacra un legame vincente e inscindibile

Per essere un leader non basta incidere nel proprio ruolo di appartenenza eseguendo al meglio il principale compito che si è chiamati ad eseguire - nel caso di un attaccante, segnare più gol possibili. Al contrario, per meritarsi tale status occorre dimostrare sul rettangolo di gioco di essere in possesso di quelle doti mentali necessarie per trascinare i compagni a dare il massimo per il bene della propria squadra.
Essere un leader, dunque, significa vivere ogni partita con una motivazione e una cattiveria agonistica tali da poter arrivare al termine dei 90 minuti senza avere il rimpianto di non aver fatto abbastanza. Significa rendere ogni presenza in campo una dimostrazione plastica della propria devozione alla causa, delineando il quadro di una serietà e professionalità di fondo in grado di fondersi con un sincero e intenso legame con i colori che si è chiamati a difendere.
Su queste basi, il capitano dell'Inter Lautaro Martinez merita di essere definito come un leader della squadra nerazzurra non soltanto in termini formali ma anche in quelli sostanziali. Non solo per la fascia che indossa con estremo orgoglio e con uno spiccato senso di responsabilità, ma anche per i valori che ne accompagnano la presenza sul prato verde e per la sua capacità di trasmetterli ai propri compagni di squadra. Perché un vero capitano, un leader reale e autentico, non rinuncia mai a lavorare attivamente per impartire un messaggio chiave alla sua compagine: militare in una squadra deve comportare garantire ad essa un contributo di natura mentale, oltre che tecnica, al fine di massimizzarne l'interesse generale.
Che Lautaro faccia proprio tale modo di pensare è dimostrato in maniera sostanziale dalla maniera in cui sta in campo, a prescindere dalla cornice di riferimento e dall'avversaria di volta in volta affrontata, e dalla costanza con cui è in grado di rendere ogni sua presenza la manifestazione emblematica del proprio interismo. La rete del vantaggio dell'Inter contro lo Slavia Praga, nel match vinto 3-0 grazie alla doppietta del Toro argentino, è in tal senso utile per comprendere in maniera intellegibile ciò in cui consista realmente l'interismo di cui si fa portavoce autorevole il numero 10 nerazzurro. La cattiveria con cui è arrivato sul pallone, raccogliendo un errore grave del portiere Stanek nella gestione della sfera, è stata al contempo causa della rete del vantaggio ed effetto del modo di intendere il proprio ruolo all'Inter.
Con la doppietta, siglata nel secondo tempo grazie al tap-in vincente su assist del solito Alessandro Bastoni, il Toro ha raggiunto le 23 marcature in Champions League con la maglia dell'Inter. Un dato storico, il quale rappresenta un primato nella storia del Club meneghino, che però non basta per interpretare in maniera totale il contributo del classe 1997 all'Inter.
Perché Lautaro Martinez non "limita" la sua influenza in campo al - pur importante - aspetto tecnico, ma viene al contempo a rappresentare anche l'anima della sua Inter. Per una società che ha sempre vissuto su un equilibrio delicato tra razionalità ed emotività, tra risultato da portare a casa e spettacolo cui far assistere la propria tifoseria, Lautaro non può che essere l'interprete ideale per trasmettere la sua linea identitaria. Con un'infinità di capitoli da continuare a scrivere insieme prima di concludere sul piano meramente formale una storia che resterà per sempre viva nella memoria collettiva dei tifosi interisti.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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