Un altra vittoria, finalmente lo stadio. Ora manca il tifo

La netta vittoria dell'Inter in Champions certifica la ritrovata serenità in un ambiente che aveva bisogno di continuità di risultati e capacità di gestione in partite instradate. L'unica brutta notizia viene dall'infortunio a Thuram, uscito per un problema ai flessori e che sarà assente con la Cremonese.
Più che sufficiente la prestazione di Bisseck, meno appariscente quella di Zielinski.
Lautaro sta facendo qualcosa di prodigioso, segnando a ripetizione e apparendo molto più in condizione e centrato di quanto non fosse la scorsa stagione.
Nel complesso l'Inter ha vinto una partita con autorevolezza e finalmente senza soffrire troppo.
Sarà più dura sabato con la Cremonese, che sta vivendo un momento di forma strepitoso confermato dai risultati che la stanno mantenendo in alta classifica.
Il 30 settembre è stata una data nella quale sono successe tante piccole e grandi cose tali da non poter essere riassunte in un editoriale in modo approfondito, ma su tutte spicca di certo l'approvazione a tarda notte del consiglio comunale di Milano per la vendita di San Siro a Inter e Milan.
A cascata ne derivano una serie di valutazioni sulle tempistiche ( sette anni), sul futuro dello stadio (abbattimento), sul progetto di quello nuovo ( di cui non si sa nulla), di tutto quello che ci sarà intorno al nuovo impianto ( alberghi, negozi, centro commerciale...) e dei costi che dovranno essere sopportati dalle due società. Aggiungiamo anche le rimostranze di alcuni consiglieri comunali che hanno fatto ostruzionismo sulla base di informazioni che sono apparse piuttosto deficitarie ( uno degli oppositori sosteneva di aver scoperto solo da poco che Marotta fosse anch'esso proprietario dell'Inter con una cifra del 2%).
Supponendo inevitabili ricorsi al TAR e lungaggini amministrative, il nuovo San Siro, dal nuovo nome ignoto ( Ma potrebbe chiamarsi ancora San Siro) dovrebbe sorgere entro il 2032.
Un altro elemento importante è il fatturato record dell'Inter e l'attivo di bilancio sopra i 35 milioni, che ha determinato una stagione terribile nel finale, dal punto di vista sportivo, ma di enorme successo da quello economico.
Se pensiamo che i giovani interisti, diciamo intorno ai vent'anni, non hanno praticamente mai conosciuto un Inter senza debito, questa notizia, che comunque era già nota ancora prima che venisse formalizzata, rappresenta un primo punto di svolta per un futuro che si spera sia davvero sostenibile e che possa portare a campagne acquisti non più solo accorte e misurate, non più solo di prospettiva (giovani) o convenienti (parametri zero), ma anche in grado di poter reggere il confronto con competitor internazionali capaci di spese imponenti.
Chiudiamo con il tema legato alla curva. Anche questa volta presente, anche in questo caso silente.
Quale che sia la ragione di uno sciopero persistente, al Milan lo hanno parzialmente risolto e la squadra ne ha tratto beneficio. All'Inter la barricata prosegue. Un pò tutti i tifosi dell'Inter cominciano ad innervosisrsi su questa vicenda, anche perchè le motivazioni reali che spingono una curva a non tifare la propria squadra con le consuete modalità, non sono proprio chiare.
A farne le spese è la squadra, con il clima che allo stadio è ovattato e distante, con un pubblico meno coinvolto del passato e anche meno presente, probabilmente a causa dei prezzi.
Ma l'Inter non dovrebbe venire prima di tutto?

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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