La bella mentalità di Simone Inzaghi. Ma perché il problema con i cambi e con Lautaro?

La bella mentalità di Simone Inzaghi. Ma perché il problema con i cambi e con Lautaro?TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 27 settembre 2021, 00:00Editoriale
di Tancredi Palmeri

Mancheranno anche due punti all’Inter dopo il pareggio con l’Atalanta, ma quello che rimane è altro. Non si può negare che la mentalità di squadra vista contro Real Madrid, Fiorentina e Atalanta fosse assolutamente non scontata, e mi arrischio a dire la migliore tra quelle mostrate dalle grandi finora. All’Inter sono capitate in serie 3 partite durissime (intervallate dal Bologna) e in nessuna Simone Inzaghi ha arretrato. Se vogliamo solo nel primo tempo contro la Fiorentina, ma la reazione del secondo tempo ha sovrascritto i passi indietro e portato ancora più su l’asticella. Contro l’Atalanta si è giocata la più bella partita di questo campionato (di tutta la Serie A, non solo tra quelle dell’Inter), avendo di fronte una squadra fortissima e con dei problemi ma che si ricorda esattamente come si gioca ogni volta che incontra una grande. E l’Inter lo ha fatto appunto solo 4 giorni dopo lo sforzo non indifferente di riassestare la partita contro la Fiorentina.

Non ci si può di certo appellare solo alla sfortuna, o all’errore di Handanovic sul secondo gol, o a quello di Dimarco sul rigore. Se l’Inter non ha vinto la partita è sia perché c’era anche una grande squadra di fronte, ma anche perché ha concesso tutta la seconda metà del primo tempo, senza fare filtro a centrocampo, e i due gol in 8 minuti dell’Atalanta sono arrivati dopo aver schivato pallottole per dieci minuti buoni, che anche così non avevano messo i nerazzurri di Milano sull’allerta.

Eccesso di sicurezza sicuramente migliorabile, ma poi Simone Inzaghi nel secondo tempo è tornato a macinare calcio, e non era assolutamente automatico considerato il grande sforzo nell’approccio e il contraccolpo psicologico per lo svantaggio.
La mentalità e il gioco sono le fondamenta più solide: se ci sono quelle, a ristrutturare certi errori si fa sempre in tempo.

Tutto a posto allora per Inzaghino?
Quasi.
Perché c’è un aspetto davvero inspiegabile. Di nuovo, quando la rimonta si faceva più veemente, quando serviva più di ogni altro chi gettava il cuore oltre l’ostacolo, Simoncino ha cambiato prima Lautaro a un quarto d’ora dalla fine, e poi Barella a dieci minuti dal termine. Ovvero i due più gladiatorii, e che senza dubbio anche nel momento in cui sono usciti erano ancora là a lottare su ogni pallone. E’ successo di nuovo come contro il Real Madrid, togliere i punti di riferimento più importanti svuotando l’anima della rimonta. E non vale dire “eh ma avevano speso molto, erano stanchi”. Sicuramente, ma se è per questo di più aveva speso per esempio Dzeko, non a caso poco lucido nell’ultima clamorosa palla gol sprecata incornando tutto solo nell’area piccola. E’ uno strano vizio quello di Inzaghi di levare dalla contesa Lautaro quando la sua ars pugnandi è impareggiabile. Per il resto, si capisce perché la tifoseria nerazzurra abbia una grande fiducia nel nuovo skipper.