L'affare Cuadrado ha avuto meno successo del Pandoro benefico della Ferragni. E c'è il sostituto

L'affare Cuadrado ha avuto meno successo del Pandoro benefico della Ferragni. E c'è il sostitutoTUTTOmercatoWEB.com
sabato 16 dicembre 2023, 23:29Editoriale
di Fabrizio Biasin

C’è questa faccenda colombiana che rompe decisamente le balle. L’affare Cuadrado ha avuto meno successo del Pandoro benefico della Ferragni e il giocatore, ancora vittima dell’infiammazione al tendine d’Achille, dovrà operarsi. Si apre una clamorosa falla a destra e la società ha un’evidente missione: ricomporre la coppia ormai “scoppiata” con Dumfries. Lo sanno, lo faranno. Anzi, lo ha detto proprio Ausilio: “Presto inizierò a valutare nomi”. In realtà lo ha già fatto. Tiago Djalo è il piano A. Il giocatore del Lille è già stato “prenotato” per giugno e potrebbe arrivare a gennaio per rimpolpare la difesa, con conseguente spostamento di Darmian sulla corsia esterna, ma ovviamente dipende dal grano che il club metterà a disposizione dei suoi dirigenti.
Il portoghese è fermo ai box per un infortunio non banale, ma i nerazzurri lo porterebbero volentieri “a casa” anche per bruciare la concorrenza (trattasi di prossimo parametro zero e, per questo, parecchio appetibile). 

E se invece la proprietà dovesse dire “No, non si spende un euro?”, che si fa? In quel caso toccherebbe ripiegare sulla formula che volgarmente possiamo tradurre con l’espressione “si acchiappa quello che passa il convento”, una toppa, un prestitone secco di quelli che vengono per cinque mesi e poi tanti saluti. Insomma, meglio il piano A (Grazia, Graziella e così via).

Ma, attenzione, domani c’è la Lazio e noialtri ben sappiamo cosa significa affrontare lor signori all’Olimpico. Tocca giocare un partitone per mettere a tacere i soliti frignoni, quelli che attendevano il primo pareggio per tornare a suonare il requiem. Inzaghi lo ha detto giusto sette giorni fa: “Mi fate i complimenti? Al primo stop i giudizi cambieranno”. Fatto. La verità è che l’Inter, fin qui, ha fatto ampiamente il suo dovere, laddove “dovere” si traduce con 15 vittorie nelle prime 21 partite, migliore attacco del campionato, miglior difesa, 13 clean sheert, squadra imbattuta in Champions e qualificata al Mondiale per Club 2025. Se non ci si fa andar bene una roba del genere è meglio chiudere baracca, ché prima o dopo arriveranno fermate ben più dolorose – succede, si chiama “sport” – e lì sì che bisognerà avere i nervi saldi.

C’è chi ha il terrore in vista del sorteggio di lunedì. Ci sta, è assai probabile che l’avversario di turno sulla carta sia lo stra-favorito in vista dell’ottavo in programma a febbraio. E va be’, amici cari, in fondo siamo abituati a partire da sfavoriti e, anzi, forse è il caso che si torni a poggiare i piedi per terra, visto che ormai si è arrivati al paradosso della squadra nerazzurra che frigna per una qualificazione in Champions e di quella rossonera che si batte il petto per un passaggio in Europa League. Sarà mica normale. 

Chiusura su una frase di Ausilio buttata là proprio nella giornata di ieri: "A differenza di altri, abbiamo la consapevolezza di essere forti ma vogliamo essere umili. Ma se dicessimo che giochiamo per arrivare quarti non saremmo onesti, l'Inter ha la qualità per avere quel tipo di obiettivo. Come tutte le altre che hanno il nostro stesso obiettivo, anche se alcuni si nascondono un pochettino di più rispetto a quello che facciamo noi. Juve, Milan e Napoli non partivano con l'obiettivo di entrare tra le prime quattro”. Amen.