Illusione e realtà

Illusione e realtàTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 12 agosto 2021, 20:35Editoriale
di Lapo De Carlo

Siamo nella fase della rabbia ma è diversa da qualunque altra sia già stata vissuta. Una sorta di post 5 maggio, quando al danno si unì la beffa di un Ronaldo ceduto al Real.
C’era però una proprietà, qualcuno di fisico da ringraziare o con cui prendersela e si poteva sperare nel futuro. Oggi la proprietà Zhang, così come quella di Thohir è l’equivalente di una messaggeria automatica messa da quelle aziende che, prima di farti arrivare alla voce umana di un call center, ti fanno cliccare tanti tasti e attendere un ora per scoraggiare chi chiama.

Anche Oaktree è una nebulosa lontana che non si fa scrupoli a sgusciare l’Inter (il placet alla cessione di Lukaku è arrivato dal fondo) e quando si insedierà temporaneamente metterà un referente con l’aria terrestre che dirà cose rassicuranti ai tifosi.
Oggi gli interisti, che tre mesi prima reagivano minacciosamente alla sola ipotesi che potesse essere ceduto un big della squadra, stanno osservando inermi, le partenze di Hakimi, Conte, Lukaku e le offerte per Lautaro e De Vrij, sapendo che se arrivasse una proposta anche per Brozovic e Barella, il gruppo Suning venderebbe anche loro.
Alcuni tifosi se la sono presa con un murale di Lukaku e le foto (giusto quelle) di Zhang, altri stanno aggrappandosi a qualunque acquisto possa cambiare la prospettiva.
Basta raccontarsi qualche piccola bugia.
Con gli arrivi di Dzeko, Correa o Zapata e Dumfries la percezione delle cose cambierà in parte e ci si vorrà convincere che questa squadra non ha perso poi molto.

La speranza è lo strumento migliore di cui si possa disporre e trasformare dei giocatori che fino a tre mesi prima non avresti mai immaginato potessero indossare la maglia dell’Inter, in grandi acquisti capaci di tenere il club ai vertici è un’illusione che non si può negare, almeno fino a quando non si guarderà la classifica a marzo, aprile.
Noi tutti speriamo che Dzeko non sia l’ennesimo giocatore al tramonto, come Batistuta, Forlan, Davids, Jugovic, Nainggolan, Vidal e Kolarov, è giusto sperare che Correa a 26 anni diventi forte tanto quanto Lautaro e anche di più.
E’ giusto confidare nella buona sorte, certo, a patto che si scenda a patti con la ragione.
Per tanti anni ci si è voluti illudere che alcuni acquisti discreti fossero superiori alle qualità reali. Così Kuzmanovic, Murillo, Rolando, Gargano, Kondogbia, Felipe Melo, Mudingay, Shaqiri per citarne alcuni, non potevano essere solo discreti pedatori ma fenomeni perché vestivano il nerazzurro, esattamente come Vidic e Podolski con quella carriera non potevano che essere trascinatori, al punto che al serbo era stata offerta, nemmeno troppo idealmente, la fascia di capitano e lui aveva dignitosamente respinto l’ipotesi.  

Se ci si può permettere Correa, Dzeko e Dumfries e non si può prendere un giovane di prospettiva o un Vlahovic, non è lecito pretendere troppo.
Il punto che mi interessa argomentare è proprio quello di tantissimi tifosi dell’Inter che non accettano la realtà per come si prospetta e la ribaltano per dare una versione molto più positiva e ottimista, una versione che loro definiscono da “veri interisti”. Chi ci rimane male per quello che sta succedendo secondo loro non è un vero tifoso, anche i giornalisti che raccontano le cose dando una dimensione troppo al ribasso sono nemici.
E’ una forma di negazionismo in buona fede che parte da un claim che hanno preso troppo sul serio: “l’Inter non si discute, si ama” e che parte presupposto di fede, con un fondo di ragionamento privo di critica, perché questa secondo loro è nemica dell’Inter.
Con l’ottimismo si vola. La negatività è dannosa. Perciò chi ci resta male per ciò che succede, chi è indignato con Zhang, chi pensa che l’Inter si stia indebolendo e non capisca quale sarà il futuro è un “finto interista”, perché i colori vanno sempre difesi.
Dunque un Inter che al posto di Conte mette il pur bravo Inzaghi “è persino più forte”, vende Hakimi a 70 milioni “ha fatto una grande plusvalenza, un’operazione magistrale”, cede pure Lukaku, il giocatore più rappresentativo e la definisce “una cessione inevitabile, non si può dire di no a 130 milioni e poi vediamo se Lukaku farà quello che ha fatto all’Inter”.
Il che sarebbe anche vero se l’Inter avesse sempre avuto intenzione di usare i soldi delle cessioni. Invece servono soprattutto ad essere restituiti ad una proprietà in uscita che arraffa tutto ciò che può.
E se dimostri a quei tifosi che questo ragionamento purtroppo ha senso ti lanciano l’ultima stampella: “voi godete se l’Inter va male”.
L’azionariato popolare proposto da Interspac qualche tempo fa sembrava un’ipotesi naif, oggi è per distacco la più seria tra tutte le alternative.
E si dovrebbe fare anche in fretta.
Amala