Il Derby dell'Inter: un'altra occasione persa
Il Derby n.175 per l’Inter è stata un’altra occasione persa. E adesso cominciano ad essere troppe le partite che l’Inter di Simone Inzaghi non riesce a chiudere. Con l’Atalanta, per il rigore sbagliato da Dimarco, con la Juventus per l’intervento sciocco di Dumfries su Alex Sandro, con il Milan per il rigore sbagliato da Lautaro e per tre palle-gol gettate al vento da Barella, Vidal e ancora Lautaro. Sono già 11 i punti persi da situazioni di vantaggio. O si cambia registro al più presto o rivincere il Campionato sarà impossibile. Intendiamoci, l’anno scorso l’Inter di Antonio Conte di questi tempi viveva gli stessi problemi negli scontri diretti: aveva perso il Derby, pareggiato con Atalanta e Lazio e il primo big-match l’avrebbe vinto solo a San Siro il 16 dicembre, soffrendo e battendo il Napoli di misura con un rigore di Lukaku, per poi pareggiare ancora con la Roma.
Sia ben chiaro, nulla è compromesso, ma occorre più cinismo sia sottoporta sia nel chiudere le partite in cui si è in vantaggio.
Proprio dal derby però, in cui la capolista è stata dominata per larghi tratti, ho avuto la conferma che il Milan, anche quest’anno, potrebbe non reggere fino alla fine. Anzi, a dirla tutta, avendo seguito con attenzione anche Napoli-Verona, al di là del pareggio finale, ritengo che la squadra di Luciano Spalletti sia comunque più attrezzata per arrivare il 22 maggio davanti a tutti. Ora però, alla ripresa del campionato dopo la sosta, proprio l’Inter ha la ghiotta occasione di infliggere ai partenopei la prima sconfitta stagionale. E chissà che come l’anno scorso con Antonio Conte non sia proprio Inter-Napoli il primo scontro diretto che Simone Inzaghi vincerà.
Tornando al Derby, perfino il gol del Milan lo ha fatto uno dei nostri, Stefan DeVrij, tra l’altro già a segno in ben due derby, ma nella porta giusta. Mi ha fatto sorridere Tomori in orgasmo come se il pallone l’avesse incornato lui, ma è stato DeVrij, purtroppo.
Inzaghi ha avuto ragione, contro il parere di tutti, anche il mio, a scegliere Çalhanoğlu e non Vidal per questo Derby. Il turco, massacrato da fischi e da cori beceri dai suoi ex tifosi, ha risposto alla grande: si è procurato un rigore, lo ha trasformato e alla fine è risultato il migliore in campo insieme al bistrattato portiere rossonero Tatarusanu. E che i migliori in campo siano stati un centrocampista offensivo per l’Inter e il portiere per il Milan la dice lunga su come sia stato dominato questo Derby dai nerazzurri, ma il pareggio finale premia il Milan che tiene l’Inter a debita distanza.
Tornando a Çalhanoğlu, mi aspettavo che potesse segnare nel Derby, perché è la classica nemesi, vista decine di volte, che ha riguardato molti giocatori passati ai rivali. A differenza di Pioli che lo ha allenato e ne ha sempre riconosciuto l’utilità, diversi milanisti con la classica sindrome del cornuto dopo che il turco si è ‘fidanzato’ col cugino, l’han fatto passare come il peggior bidone della storia rossonera, malgrado abbia indossato la prestigiosa maglia numero 10 di Gianni Rivera per 135 partite. All’Inter nessuno si è mai sognato di dare al turco la maglia numero 10 e se non fosse successo il dramma Eriksen, Çalhanoğlu non giocherebbe nell’Inter. Lo hanno criticato pure per la sua esultanza con le orecchie tese verso i suoi ex-tifosi che gli avevano vomitato addosso di tutto: lo fece anche Ronaldo dopo aver segnato un gol con la maglia del Milan nel Derby dell’11 marzo 2007 vinto dall’Inter con le reti di Cruz e Ibrahimovic, allora nerazzurro. Anche Ronaldo fu perseguitato da fischi e fischietti dai tifosi nerazzurri e reagì tendendo le orecchie dopo il gol. Lo trovo naturale, in un caso e nell’altro, visto che la gioia di un gol è giusto che venga vissuta fino in fondo dal suo autore, con buona pace di tutti.
Altra cosa che deve al più presto risolvere Simone Inzaghi è la questione del rigorista: il prescelto è Lautaro, che su 10 rigori finora ne ha sbagliati 3: e il 70% di realizzazioni non è poi una gran percentuale per un rigorista. Il 5 luglio 2020 a San Siro con il Bologna Lukaku lasciò un calcio di rigore a Lautaro che lo sbagliò: l’Inter alla fine perse la partita e Conte negli spogliatoi se li mangiò entrambi. Quest’anno con l’Atalanta ha calciato e sbagliato Dimarco, con la Lazio ha calciato e segnato Perisic perché Lautaro non era in campo e Dimarco forse non se la sentiva più. In ogni caso la media-realizzativa di Çalhanoğlu, che ne ha sbagliati 3 su 24, tra tutti è quella migliore, con oltre l’87% di rigori segnati. Ragionateci sopra, come direbbe qualcuno, ma certamente occorre allenarsi meglio dal dischetto.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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