I casi Dybala e Bremer aprono un punto di domanda sulla reale forza di mercato dell'Inter
Sono in grande difficoltà, scrivere oggi un pezzo sull’Inter senza farsi invadere dai sentimenti derivanti dalle situazioni degli ultimi giorni è molto, molto difficile.
Nel mio ruolo, in questo momento, bisogna cercare di tenere un certo equilibrio anche se mi risulta molto complicato farlo.
Fino ad una settimana fa i giudizi sull’Inter e sul suo mercato erano positivi in maniera quasi unanime. Insomma portare a casa tutti quei giocatori, compreso Lukaku, per meno di 20 milioni totali è stato un capolavoro assoluto. Ma in tempo di mercato le cose cambiano in un amen e, con queste, anche i giudizi. Il mercato dell’Inter era da 10, anche perché quasi tutti i nerazzurri erano convinti, prima o poi, di concludere anche gli acquisti di Dybala e Bremer.
Me le ultime 72 ore hanno creato un cratere nelle certezze del tifoso nerazzurro, me compreso. Pensavo che questo mercato sarebbe stato diverso da quello della scorsa stagione, pensavo che il lavoro fosse stato portato avanti con anticipo e che, quindi, tutto sarebbe filato liscio anche riuscendo a spendere qualcosa di importante per il necessario. Inzaghi ha descritto bene quale fosse questo “necessario” ma, come successo a suo tempo con Conte, non è stato accontentato. Marotta e dirigenza hanno fatto i miracoli per arrivare a certi giocatori senza spendere, ma non si può chiedere a loro sempre imprese eroiche in successione. Ho sempre difeso la proprietà ma oggi non posso essere al suo fianco dopo queste ultime scelte. Credo che il lavoro della dirigenza e dell’allenatore dovesse essere premiato, i loro sforzi dovevano essere riconosciuti con un maggiore sforzo o sacrificio da parte della proprietà.
È giusto, in momenti di crisi, cercare di fare più affari possibili, riuscire a spendere poco arrivando però a giocatori forti e funzionali ma, ad un certo punto, bisogna anche aprire il portafoglio e investire. Non si può pretendere di vivere ad ogni sessione di mercato una situazione del genere dove, quando c’è da lottare per un obiettivo con una concorrente, puntualmente ci si rassegna al peggio per mancanza di “grano”. Che poi vai a capire se questi soldi mancano oppure non vengono messi a disposizione. Chi lo sa? Io no purtroppo. I casi Dybala e Bremer aprono un ennesimo punto di domanda sulla reale forza sul mercato dell’Inter. Suning non ha affondato su Dybala e ha fatto scappare Bremer alla Juve per cercare di risparmiare il più possibile. Così non va bene e l’esperienza non ha probabilmente insegnato molto. Ho sempre difeso la proprietà, in particolare l’anno scorso perché reduce da una stagione segnata dai mancati ricavi dovuti alla pandemia, ma ora mi riesce difficile starle a fianco. Bremer andava chiuso prima dell’inserimento della Juve poi, arrivati a 47 milioni, è stato giusto “mollare” ma andava chiuso prima. Ma che aspettavamo lo sconto sul prezzo di Cairo? Dai siamo l’Inter su! Steven ci mette passione e cuore, questo lo so e glielo riconosco con stima, ma Zhang senior non gli concede nulla e Steven deve vivere dei ricavi senza possibilità di avere aiuto dal grande capo! Purtroppo così diventa difficile, molto. Ci si deve dare una svegliata, non tanto perché Bremer sia l’unico difensore sulla faccia della terra ma tanto perché il progetto necessita non solo delle abilità del management ma anche dei soldi del proprietario.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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