È scoppiato il caso Inzaghi. Ma chiedere la sua testa non è giusto

È scoppiato il caso Inzaghi. Ma chiedere la sua testa non è giustoTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 23 marzo 2022, 08:05Editoriale
di Filippo Tramontana

Dopo il risicatissimo bottino di 7 punti in 7 partite con la sola vittoria ottenuta in casa contro la cenerentola Salernitana, in casa Inter è scoppiato il caso Inzaghi. L’ex allenatore della Lazio è finito sul banco degli imputati come principale indiziato per la crisi che i campioni d’Italia in carica stanno, purtroppo per noi, attraversando.

I dubbi dei tifosi passano dalle scelte di formazione al problema delle sostituzioni scontate, c’è poi il tema legato alla mentalità, tanto ricercata e trovata con la gestione Conte e che ora, dopo un inizio importante, sembra essersi definitivamente persa a favore della paura anche nel fare la giocata più semplice.

L’ennesimo pareggio sofferto contro la Fiorentina ha allontanato (definitivamente?) le speranze scudetto dell’Inter e ha gettato l’allenatore nella centrifuga delle critiche degli stessi tifosi nerazzurri. L'Inter che prima regalava spettacolo, gol e vittorie ora si ferma sempre al palo, non crea e spesso subisce. In campo la differenza rispetto a due mesi fa si nota anche nell’evidente difficoltà nei movimenti prima armonici e coordinati ora caotici e spesso errati. Dopo le brutte partite contro Sassuolo, Genoa e Torino contro la Fiorentina abbiamo assistito ad un’altra prestazione incolore che conferma le difficoltà riscontrate dai nerazzurri nell'ultimo periodo, con la squadra che non gira e l’attacco che continua a fare molta fatica sottoporta. Due mesi fa parlavamo di Bastoni, Barella, Calhanoglu e Perisic come giocatori incontenibili, veri e propri leader di una squadra piena di autostima e con la bava alla bocca nell’inseguimento del ventesimo scudetto che fa rima con immortalità. A ripensarci sembrano passati secoli invece si parla di poco più di 40 giorni. Incredibile la trasformazione in negativo che la squadra ha subito in un così breve lasso di tempo. Una crisi improvvisa che, dopo tanti elogi, getta qualche ombra sul lavoro di Simone Inzaghi. L’ex laziale per la prima volta da quando siede sulla panchina nerazzurra sembra aver perso il polso della situazione. Un peccato visto che fin qui l'Inter si era distinta non solo per i risultati ma anche e soprattutto, per la qualità di gioco espressa. Barella e compagni sembrano essere crollati, forse sotto il peso della stanchezza psicofisica dovuta a una serie di impegni ravvicinati tutti di altissimo livello. Forse la squadra non è riuscita a stare dietro ai ritmi imposti dal gioco di Inzaghi e, alla fine, si è sciolta come un gelato al primo sole. Le difficoltà poi sono state ingigantite dalle scarse prestazioni di chi, dall’alto del proprio status guadagnato nel corso degli anni, avrebbe dovuto risolvere le partite “sporche” con una giocata o semplicemente facendo sentire la propria leadership al resto della squadra. Non è successo: difficile, per esempio, capire cosa stia succedendo a un top come Lautaro ormai sprofondato in un tunnel dal quale si fatica ad intravedere l'uscita. Dall’argentino, e non solo da lui, ci si aspettano cose diverse. Nei momenti critici che una squadra fisiologicamente attraversa durante la stagione dovrebbe essere gente come lui a tenere a galla la zattera. C’è chi imputa a Inzaghi di aver dato poco spazio alle seconde linee e quindi di avere “spompato” i titolari. Io non sono d’accordo. Il mister avrà le sue colpe ma ha dato spazio a tutti, molti però quando chiamati in causa non hanno risposto presente. A centrocampo c’è un problema enorme che da inizio anno provo a far notare. In mediana non ci sono alternative valide ai titolari: Vecino e Vidal hanno le valige in mano e la testa altrove (l’uruguagio in 2 anni ha giocato pochissimo) mentre Gagliardini è un buon gregario che però non può cantare da solista in un gruppo. Fino a che il centrocampo ha retto la nave è stata a galla, ora entra l’acqua dai buchi ed era assolutamente prevedibile anche se nessuno di noi ovviamente si augurava succedesse. Non credo comunque sia giusto chiedere la testa di un allenatore che ha ereditato una situazione di difficile gestione e che, considerato tutto, sta svolgendo un ottimo lavoro. Vi dicono che l’Inter ha la rosa più forte del campionato, a furia di ripeterlo vi hanno convinto di questo. Vi metto una pulce nell’orecchio e vi dico che non è così. Inzaghi è ovviamente chiamato a cambiare marcia e a ridare smalto alla squadra, ecco se non dovesse riuscirci avrà grandi colpe, ma se comunque non dovesse vincere avrà sicuramente delle attenuanti serie.