Dalla 'Sassuolite', sindrome da rimuovere per sempre, alla Toro-dipendenza
Cari Interisti, prima di Salernitana-Inter avevo coniato un neologismo apposta per noi: ‘Sassuolite’.
L’avevo definito così: “improvvisa sottovalutazione della realtà casalinga circostante, accompagnata da crescente stanchezza psico-motoria”.
Tale sindrome non finirà certo nell’Enciclopedia Medica, anche perché ho lasciato in bianco la parte più importante, ossia la durata dei sintomi, tutti nerazzurri e tutti casalinghi, visto che nelle ultime 10 partite a San Siro con gli emiliani l’Inter ne ha vinte 2, pareggiate 2 e perse addirittura 6.
La goleada di Salerno parrebbe indicare il brillante superamento del malessere, ma guai ad escludere ricadute, non solo per l’Inter, ma anche per i competitors per lo Scudetto, nel loro caso magari sotto altre vesti.
La Champions torna stasera con il Benfica, ma alla prossima sosta di Campionato l’Inter resterà comunque in alta classifica, prima o seconda dipende da Inter-Bologna e da Genoa-Milan. Sinceramente di questi tempi mi sta più a cuore tenere a distanza la Juve perché, confortato da molti addetti ai lavori che il pallone in visa loro l’hanno vissuto in campo e non in poltrona, io continuo a non fidarmi sul medio-lungo periodo della Juventus del sempre più bistrattato Allegri, che con un solo impegno in settimana temo possa alla lunga diventare una minaccia per Inter, Milan e Napoli. Sinceramente non riesco a capire chi proprio non afferra un concetto elementare: preparare ogni partita in sei giorni rispetto a chi fa le Coppe Europee viaggiando e giocando ogni tre giorni è un vantaggio assoluto!
Una scuola di pensiero continua a ripetermi che la rosa della Juventus, la più costosa della Serie A, non potrà mai essere all’altezza di quelle di Inter, Milan e Napoli e io spero proprio che sia così. Intanto però mi compiaccio che dopo Salernitana-Inter 0-4 e Atalanta-Juve 0-0 il margine sui bianconeri sia cresciuto. Capitolo Lautaro e la dipendenza-Inter dal suo straordinario bomber. Questi discorsi mi hanno sempre fatto sorridere: al di là dei rincalzi, non sarebbe uno scherzo nemmeno togliere Haaland al City o Oshimen al Napoli. Normale investire su un attaccante top, assurdo poi rammaricarsi se fa così bene da oscurare gli altri: certo 10 gol complessivi in 8 gare tra Campionato e Champions sono già tanti per il Toro, ma credo che anche gli altri, Thuram su tutti, stiano dando il loro fattivo contributo. A Salerno Lautaro Martinez ha stabilito un record, perché nessuno in Serie A aveva mai segnato 4 gol in soli 27 minuti. Per gli amanti delle statistiche sulle reti in una sola partita nel più breve lasso di tempo, al primo posto, inattaccabile, perché pure lui subentrato, c'è Robert Lewandowski con 5 gol in 9 minuti Bayern-Wolfsburg 5-1 del 22 settembre 2015.
Poi non da subentrati ci sono Sergio Aguero con 5 gol in 20 minuti in City- Newcastle 6-1 del 3 ottobre 2015 e Erling Haaland con 5 gol in 35 minuti in City-Lipsia 7-1 del 14 marzo 2023. In Italia il record dei non subentrati spetta a Miroslav Klose con 5 reti in 39 minuti in Lazio-Bologna 6-0 del 5 maggio 2013.
Chiosa sull’imminente Benfica di Champions: l’ultima volta a San Siro, il 19 aprile scorso, finì 3-3 con l’Inter che prese due gol in 10 minuti per distrazioni a catena credendo di aver già vinto la partita, cosa che all’epoca mi fece dare i numeri, soprattutto per le spiegazioni a fine gara: “abbiamo sentito un paio di fischi prolungati e ci siamo distratti credendo che la partita fosse finita”, un episodio di ‘sassuolite’ insomma, come ho spiegato all’inizio.
Però da quella partita l’Inter divenne la squadra affidabile che concluse la stagione alla grande con la qualificazione alla finale di Champions League, attraverso tre sberloni al Milan e con la vittoria della Coppa Italia.
Bene, quest’anno non voglio altre ’sassuoliti’!
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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