BAR ZILLO - Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio

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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 30 aprile 2021, 22:00Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Alzi la mano chi ci crede. Davvero, alzi la mano chi crede che Antonio Conte e Steven Zhang si sono incontrati, abbraccio lungo e permeato da affetto profondo dopo mesi di lontananza, sorrisi (per me) reali e atmosfera, diciamocelo, un filo simil telenovela, poi punto. Perché il Mister, ai microfoni, ha dichiarato candidamente c’è stato un abbraccio, non abbiamo parlato d’altro. Ora, sul fatto che il giorno prima della partita, con la squadra che cerca concentrazione - Conte è un maestro in questo – non si sia discusso dei massimi sistemi in ambito mercato o contratto mi pare più che plausibile. Meno il non discuterne proprio, ma ci sarà tempo e modo di sviscerare tutte le eventuali problematiche.

Il tecnico ha avuto parole dolci soprattutto, e facciamolo una volta il nome senza generalizzare col classico “la squadra”, per Alexis Sanchez, uno dei pochi nella rosa attuale nerazzurra ad aver vinto non tanto, semplicemente tantissimo. E, perché va sottolineato e riconosciuto, non ha mai alzato la voce per garantirsi un posto da titolare. Inoltre, sempre Antonio Conte lo riporta, è parte attiva del gruppo, uno dei leader senza se e senza ma. Voi me lo insegnate, in uno spogliatoio ha un peso specifico importante chi segna, chi ha la titolarità fissa e indiscutibile: ma, non scordiamocelo, lo ha anche chi gioca meno però ha un palmarès ricco e “tituli” conquistati da protagonista. L’atteggiamento positivo e propositivo, in un gruppo di atleti professionisti, viene tenuto in enorme considerazione, non per niente Andrea Ranocchia nello scacchiere nerazzurro è uno dei grandi vecchi, di quelli che se parla lui lo si ascolta, perché così deve essere.

Conte ha poi ricordato il percorso compiuto dalla squadra, la crescita di molti ragazzi oggi calcisticamente maturi, consapevoli della propria forza e consistenza. Eppure, c’è un eppure, la situazione a dicembre non sprizzava rose, fiori e felicità. L’Inter era stata appena defenestrata da un girone di Champions tutt’altro che impossibile, per demeriti propri e scelte arbitrali, che incidono in queste manifestazioni, a volte inspiegabili. Il percorso, in quei frangenti, non se lo stava godendo nessuno caro Antonio (ha portato bene settimana passata chiamarla per nome, lo rifacciamo giusto per non essere superstiziosi). La sua grandezza, definiamola tale senza enfatizzare più di tanto, sta nell’aver cambiato, rinunciando (credo Le sia costato assai) a quel credo pallonaro che avrebbe voluto ritagliare sulla sua Inter. Esperimento fallito, certo: per adesso, però, guardiamo avanti. Crotone è dietro l’angolo, e dietro l’angolo c’è anche quel triangolino tricolore che non riempie la parte sinistra della maglietta, ad altezza cuore, da troppo tempo. Ricuciamolo.