Ranocchia torna sull'addio al calcio: "Sentivo di non avere più nulla da dare"

Ranocchia torna sull'addio al calcio: "Sentivo di non avere più nulla da dare"TUTTOmercatoWEB.com
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giovedì 24 novembre 2022, 15:32Primo piano
di Alessandra Stefanelli

Andrea Ranocchia, fresco di ritiro dal calcio giocato, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della testata giapponese Number: “L’infortunio che ho subito contro il Napoli ha influito nella mia decisione di ritirarmi, mi avevano detto che sarebbero serviti tre mesi per riprendermi completamente, ma il motivo principale è che sentivo di non avere più nulla da dare. Se non posso dare il 100% al club, non vale la pena continuare. Sono diventato professionista a 18 anni, per fortuna sono arrivato all’Inter molto giovane. Durante la mia riabilitazione mi sono chiesto se ero felice della mia carriera, la mia risposta è stata sì e quindi ho capito che era ora di smettere”.

Frog ripercorre anche le parti salienti della sua carriera: “Ho avuto la fortuna di conoscere ad Arezzo un allenatore come Antonio Conte che ha cambiato il mio modo di allenarmi e approcciarmi alle partite. All’epoca era molto giovane, aveva 37 anni, quindi mi ha allenato con sensazioni più vicine a quelle di un calciatore ancora attivo. Conte è uno che vuole vincere sempre, ogni partita”.

Conte lo ha poi ritrovato all’Inter nel 2019: “Appena mi ha visto mi ha detto ‘Sai cosa mi aspetto da te, anche se adesso non dici niente’. Il suo modo di allenare è stressante, faticoso, ma quell’anno abbiamo costruito le basi per vincere l’anno dopo. Con lui ho condiviso una lunga carriera e non potrò mai ringraziarlo abbastanza”.

In chiusura due battute anche sulla fascia da capitano, ricevuta nel 2014 ma poi persa l’anno successivo quando Walter Mazzarri decise di darla a Mauro Icardi: “Mi ha fatto male rinunciarvi, ma mi sono detto che contava quello che dicevo alla squadra e non la fascia. Ogni anno c’era sempre qualche giovane che arrivava o qualche nuovo arrivato, ho pensato che fosse importante far sapere loro com’era giocare all’Inter ed essere un tramite per tutti”.