Zazzaroni teme: "Gli arbitri non sono portati alle novità. Rischiano di andare in tilt"

"Rocchi, che è persona sensibile e perbene (ne ho le prove), è sempre stato fedele alla 'patria' e mai si era sbilanciato al punto da sfondare pubblicamente due dei suoi", così si esprime Ivan Zazzaroni dalle colonne del Corriere dello Sport, giornale di cui è direttore, a proposito dell'accento posto dal designatore arbitrale Gianluca Rocchi sugli errori arbitrali commessi nella quarta giornata di Serie A.
"E allora perché l'ha fatto? Per eccesso - o urgenza - di glasnost (trasparenza, ndr.)? Conoscendo gli arbitri e le loro dinamiche politiche, ho la sensazione che all'interno dell'AIA, che ha un nuovo Presidente e sta investendo su un ex particolarmente ambizioso e ingombrante, quale è Daniele Orsato, si stiano verificando forti turbolenze capaci di minare ulteriormente la serenità dei vari Colombo e Chiffi", così prosegue Zazzaroni addentrandosi nei meandri del sistema arbitrale italiano.
Tale ragionamento conduce il giornalista a una "preoccupata" riflessione finale, le cui basi affondano nell'esperienza di cui è in possesso in materia: "Gli arbitri non sono portati alle novità e quando queste diventano addirittura troppe e tutte in una volta, rischiano di andare in tilt. Spero di sbagliarmi, ma l'ultima volta che l'ho fatto (sugli arbitri) mio figlio aveva 10 anni e oggi ne ha 25".
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