E' una nuova ma vecchia Inter

Questa settimana Chivu avrà la possibilità di lavorare con la squadra, come gli capitava da prima del Campionato. L’Inter che sta guidando sta lasciando un po' tutti i tifosi in sospensione e con perplessità che provengono da lontano.
Con il Sassuolo la squadra ha espresso tutto il repertorio che ha portato l’ambiente a riflettere sull’ontologia dell’Inter, manifestando una costante perplessità su tutto e tutti.
In generale non sembra esserci niente in grado di portare un reale conforto ai tifosi, tranne la vittoria che lascia comunque uno stato di soddisfazione temporanea ma in questo periodo il retrogusto è quello della precarietà.
La squadra è forte ma fragile.
Colleziona tante palle gol ma ne sbaglia troppe.
Ha quasi gli stessi uomini ma appare vulnerabile in difesa
Chi convince una volta delude la successiva e viceversa
Il fatto che Chivu sia giovane fornisce anche un ulteriore senso di fragilità strutturale.
E’ molto complicato valutare la forza effettiva della rosa in una stagione come questa.
La settimana scorsa ho espresso una convinzione che spero sempre venga smentita da una correzione in corsa, un accorgimento tattico o un acquisto importante a gennaio, circa la prospettiva di continuità e relativa solidità degli uomini che vanno in campo.
Ci sono squilibri che dipendono dall’età troppo avanzata di alcuni giocatori e ovviamente troppo giovane di altri,
Manca il peso di un interditore fisico e strutturato, la freschezza di un centrale di livello e un portiere di riferimento che dia sicurezza al reparto.
Chivu ha la stessa squadra di Inzaghi, con un anno in più ma anche più risorse in attacco.
Chiedergli di inventare qualcosa di nuovo ha poco senso, non foss’altro per il fatto che non sono arrivati giocatori in grado di fare delle autentiche variazioni.
Inzaghi, anche se non gli è stato riconosciuto, aveva provato a cambiare modulo, variare principi tattici e fare dei cambiamenti. Resta il fatto che a Chivu viene chiesto un cambiamento tattico con un’urgenza che non ha tutta questa logica.
I titolari sono stati acquistati in epoche recenti in funzione di un 3 5 2 iniziato da Conte e proseguito da Inzaghi. A prescindere dal modulo anche il modo di giocare della maggior parte può essere sperimentato ma non si capisce bene perché.
Il problema attuale dell’Inter non è di certo la proposizione del gioco ma una serie di problemi che per tutto il 2025 sono emersi prepotentemente.
Nei commenti leggo spesso che non si vede ancora la mano di Chivu. Probabilmente si pretende che faccia l’originale, altrimenti non si capisce a quali perfezionamenti si faccia riferimento.
Personalmente non ho fiducia nel fatto che il sistema difensivo dell’Inter possa migliorare molto. Non quest’anno.
Prima di ogni partita i giocatori parlano di attenzione e più concentrazione ma le occasioni per gli avversari arrivano sistematicamente per mancanza di attenzione e/o mancanza di concentrazione. Il gol preso, a difesa schierata è emblematico, l’azione che in precedenza aveva portato alla gran parata di Martinez ancora di più. Doig si è involato sulla sinistra senza che Dumfries e Calhanoglu riuscissero a fermarlo, il cross per Pinamonti era in mezzo a Carlos Augusto e Dimarco e nessuno dei due si è preoccupato di fermarlo.
Il problema ha tutta l’aria di restare fino al prossimo aggiornamento della rosa.
Intanto i nuovi arrivati si fanno apprezzare. Pio Esposito, nonostante non segni, Sucic per la padronanza, Bonny per l’energia, Luis Enrique per la qualità, nonostante sia giudicato con un criterio al ribasso e Akanji per la sicurezza nel ruolo.
L’Inter ora deve continuare a vincere per poter arrivare alla doppia trasferta con Napoli e Roma di ottobre, senza l’affanno di essere troppi dietro in classifica.
Con la consapevolezza che nessuna partita di quest’anno sarà banale.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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