Pio Esposito, istruzioni per l'uso: nessuno può gestirlo meglio di Chivu

All'esordio in Champions League di Francesco Pio Esposito la mente è tornata al 2019. Al posto della nuova promessa dell'Inter c'era un altro Esposito, ovvero il fratello Sebastiano.
Siamo nella stagione 2019/2020. L'Inter affronta il Borussia Dortmund il 23 ottobre, nella fase a gironi. Antonio Conte decide di far entrare a 28 minuti dalla fine della sfida Sebastiano Esposito che entrando al posto di Romelu Lukaku giocherà in coppia con Lautaro Martinez, procurandosi un calcio di rigore che lo stesso Lautaro trasformerà. Aveva già avuto degli spezzoni di gara a disposizione nella gestione precedente, con Luciano Spalletti, l'esordio in Serie A arriverà il 26 ottobre 2019 con Conte, il primo gol il 21 dicembre, su calcio di rigore gentilmente concesso da Lukaku.
Il déjà-vu nasce dal fatto che molte delle impressioni dopo questi primi assaggi di campo di Sebastiano furono simili a quelle che sentiamo oggi esprimere per il fratello minore. Anche se in quel caso si trattava di un talento più acerbo rispetto a quello di Pio, che è arrivato più pronto all'occasione che l'Inter gli sta dando dopo essersi fatto le ossa in Serie B.
Per fortuna Cristian Chivu non ha certo bisogno di consigli su come gestire un giovane talento, che conosce fin dai tempi dell'Under 14. Fin quando Chivu sarà allenatore dell'Inter, la gestione di Pio Esposito non sarà un problema: chi meglio di lui può sapere quando gli vada dato spazio, che tipo di pressioni possa già sopportare e quali no?
Per questo rimanere all'Inter nonostante non possa giocare con continuità è stata a mio avviso una mossa giusta. È vero, magari affrontare un campionato da titolare in una squadra di medio-bassa classifica di Serie A gli poteva garantire uno step ulteriore, ma non sarebbe mai stato uguale a ciò che avrà appreso, per esempio, contro l'Ajax mercoledì: quella necessità di non sbagliare nulla, per non inficiare l'esordio europeo di una squadra che ha appena giocato una finale di Champions. D'altronde suo fratello dimostra che passare da continui prestiti non è detto che sia esclusivamente un beneficio. C'è chi può smarrire la via - non è il caso di Sebastiano ovviamente - oppure tardare il proprio percorso d'ascesa. Se sei adatto per una grande squadra prima o poi lo devi dimostrare: inutile tenere i ragazzi promettenti in una teca.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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