San Siro muto, l'Inter non fa passi indietro. Si aspetta un segnale dalla Curva

Quasi settantamila spettatori sugli spalti, ma nessun coro e pochissimo rumore. San Siro è stato quasi spettrale durante Inter-Sassuolo, con quel braccio di ferro tra il club nerazzurro e la Curva Nord che prosegue, e viene analizzato dal qutoidaino Il Giornale. Né il tifo organizzato né l'Inter, vincolata anche ai pareri della Procura dopo i recenti fatti di cronaca e incline a un regime di "tolleranza zero", hanno intenzione di fare un passo indietro. L'organismo giudiziario ha accusato il club di essere troppo accondiscendente con la CN, in passato, una situazione che non deve ripresentarsi.
Si va dunque al muro contro muro, con l'Inter che aspetta un segnale dalla Curva e qualche crepa che inizia ad emergere: parte del tifo inizia a pensare ai danni che sta ricevendo la squadra, che si ritrova quasi a giocare in trasferta nel suo stesso stadio, con le indicazioni dei tecnici che si sentono distintamente e un clima teatrale. Per ora non ci sono stati segnali ufficiali o aperture al dialogo, con le questioni economiche che restano sul tavolo: il taglio delle tessere di abbonamento che gli ultras rivendevano a prezzo maggiorato e, soprattutto, il blocco del merchandising. Agli ultras non viene più permesso di introdurre i loro gadget all’interno dello stadio e agli ambulanti esterni al Meazza (il cui numero è già stato ridotto) è stata data una indicazione chiara: se vendete anche il materiale della Curva vi togliamo il permesso. Sono misure, anch’esse dettate dalla Procura, che hanno tagliato le gambe al direttivo della Nord.
C'è poi un secondo fronte, quello contro la branca della Curva direttamente coinvolta nelle inchieste giudiziarie: una trentina di nomi che, secondo l'Inter e la Procura, non dovranno più rimettere piede nello stadio, più una lista "grigia" di settanta nomi da monitorare. A questi è stato rifiutato l'abbonamento nel secondo anello, "dirottandoli" verso il terzo. Il braccio di ferro proseguirà a oltranza? L'Inter spera di no, visto che si parla di un centinaio di individui "attenzionati" sui 7.500 del secondo anello verde. Il club, si legge, manda un messaggio preciso: "Mettetevi in pace con voi stessi, noi indietro non torniamo. Anche perché più fate la voce grossa e più la Procura e la Digos ci dicono di non mollare". Vedremo se lo sciopero del tifo proseguirà o meno.
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