"Ero depresso, mi allenavo perché dovevo. In tre settimane è cambiato tutto": Acerbi sulla sua svolta

"Ero depresso, mi allenavo perché dovevo. In tre settimane è cambiato tutto": Acerbi sulla sua svoltaTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 20:45News
di Michele Maresca

Nella sua intervista a Verissimo, il difensore dell'Inter Francesco Acerbi ha ricordato l'evento della morte del padre, un momento spartiacque della sua vita: "Lo ringrazierò per sempre. Col senno di poi il rimpianto è quello di non avergli mai detto 'ti voglio bene' (si emoziona, ndr). Sapevo che lui aveva una malattia al cuore, che avrebbe avuto difficoltà, ma quando ciò avviene non sei mai pronto".

Il calciatore nerazzurro ha successivamente fatto riferimento alle difficoltà che ha incontrato e al modo in cui è riuscito a superarle: "Non ero un alcolizzato, ma il calcio passava in secondo piano perché intendevo divertirmi. Avevo deciso di smettere, ero depresso, guardavo al calcio come un modo per scacciare i pensieri, andavo ad allenarmi perché dovevo.

La malattia? Non avevo sintomi ma valori del sangue sballati. Mi dissero che, una volta rimosso il tumore, sarei tornato in campo in un mese. Ma dopo qualche mese mi trovai ad avere una recidiva".

Infine un insegnamento sulla possibilità sempre a disposizione del singolo di dare una svolta alla propria esistenza trovando dentro di sé la forza per farlo: "Dopo una vacanza, senza un perché, mi sveglio e decido di non fare più uso di superalcolici. Mi era tornata la voglia di allenarmi. Così, nel giro di tre settimane, non ho più toccato alcol".