Binaghi: "Coni obsoleto. Il voto del calcio non può valere come quello delle federazioni minori"
Il Presidente della FederTennis, Angelo Binaghi, ha rilasciato una intervista al Corriere dello Sport, nel corso della quale ha criticato l'operato del Coni: "In questi venti anni mi sono reso conto che il Coni è un organismo con una struttura obsoleta ed antidemocratica poiché consente la difesa del sistema in quanto tale e di agire per meri scopi elettorali. In tredici anni Malagò non ha fatto alcuna riforma, lasciando pensare di non avere idee e soluzioni strutturali per uno sport migliore. Si rifugia dietro le invasioni della politica, ma la politica entra in scena quando lo sport non fa quello che deve fare e non è in grado di migliorarsi da solo"
Parliamo di riforme, allora.
"Dalla prima derivano le altre. L’attuale sistema elettorale è un obbrobrio. Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché il calcio, che ha più di un milione di atleti tesserati, vale un voto esattamente come piccole federazioni che ne hanno solo qualche centinaio? La polverizzazione del voto delle federazioni è antidemocratica e inficia il sistema rappresentativo, ma è necessaria per garantire la continuità presidenziale. Sto parlando di piccole realtà che non hanno né i numeri, né la struttura per poter crescere e promuovere il loro sport e che quindi sono un danno, in prima battuta, proprio per il loro, di sistema. Eppure il loro parere conta come quello del calcio".
La soluzione, please.
"Io sono per l’accorpamento e l’efficientamento del sistema, perché un sistema più efficiente e razionale consentirebbe, come prima cosa, una maggiore diffusione dello sport, a tutti i livelli. Ritengo sia l’aspetto più importante di tutti, anche delle medaglie. Le porto un esempio che mi tocca direttamente".
Sentiamo.
"Le discipline con palla e racchetta sono otto e le federazioni autonome sei: tennis, tennistavolo, squash, badminton, pallatamburello e pallapugno, ma si rende conto? Se il padel non fosse entrato nella Fit - e temo che il Coni rimpianga di avercelo lasciato - sarebbe rimasto come tutte le altre federazioni simili, che non possono crescere, e non il fenomeno che abbiamo conosciuto. La politica di questo Coni non persegue appieno gli obiettivi che il mondo dello sport deve porsi. Chi non è in grado, per mancanza di massa critica, di garantire un’efficienza amministrativa e gestionale che ne assicuri lo sviluppo dovrebbe chiedere di essere accorpato ai più grandi, per creare economie di scala, risparmiare sui costi amministrativi e poter utilizzare tutte le risorse possibili per lo sport vero. Ma questo significherebbe perdere autonomia, il posto di presidente, di consigliere nazionale del Coni".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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