Perché si lotta ancora sull'addio di Inzaghi? Inter, le 'macerie' non siano una scusa. Chivu...

A due settimane di distanza dal comunicato ufficiale dell'Inter che segnava la fine dell'avventura di Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra, l'addio continua ad essere al centro dell'attenzione. L'argomento è tornato prepotentemente d'attualità con le dichiarazioni dell'amministratore delegato dell'Al-Hilal alla BBC:
"La decisione era stata presa, ma non c’era la firma perché per rispetto ci ha chiesto di aspettare". L'accordo tra Inzaghi e la società araba era già totale prima della finale di Champions League. Quanto può aver influenzato sulla prestazione dell'Inter nella sconfitta 5-0? Finchè non ne parlerà uno dei giocatori, è impossibile saperlo. Così come probabilmente non si saprà mai se la squadra fosse al corrente della scelta di Inzaghi di accettare la proposta dell'Al-Hilal.
"L'Inter si è sentita presa in giro", "delusa e imbarazzata", "emergono dubbi e sospetti". Questo è ciò che si è letto oggi in risposta alle dichiarazioni del ceo dell'Al-Hilal. La vera domanda è: che senso ha continuare a parlare dell'addio di Inzaghi due settimane dopo, e soprattutto a poche ore dall'esordio di Chivu?
L'ex Parma dovrà convivere con il fantasma di Inzaghi, è chiarissimo. Il rumeno trova in eredita una squadra stanca e con poche energie mentali, reduce da una sconfitta che segna. Da stanotte serve una svolta: le cosiddette "macerie" lasciate da Inzaghi non possono essere una scusa, l'Inter è chiamata a rialzarsi e nè finale di Champions nè fuga di Inzaghi devono essere un ostacolo dal punto di vista mentale.
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