ESCLUSIVA - Correa, garantisce Andujar: "E' un campione. Con Lautaro una delle coppie più forti d'Europa"
Correa è il nuovo rinforzo che aspettava Simone Inzaghi per l'attacco: manca solo l'annuncio per poter considerare El Tucu un giocatore dell'Inter. Se ieri è stato il giorno dell'arrivo e delle visite di rito infatti, oggi è quello dell'ufficialità. Questo in attesa di capire se quello dell'argentino sarà l'ultimo movimento per il reparto avanzato nerazzurro, o se invece ci sarà spazio per qualche ultimo ritocco, sia in entrata (Keita l'ultima idea, senza dimenticare Scamacca) che in uscita (Satriano, Salcedo e forse Sanchez, dopo Pinamonti).
La redazione de L'Interista ha contattato in esclusiva una vecchia conoscenza della nostra Serie A, l'ex portiere di Palermo, Catania e Napoli, Mariano Andujar, il quale ha incrociato il fantasista argentino agli inizi all'Estudiantes de la Plata. Andujar oggi è tornato all'ovile e difende nuovamente la porta dei Pincharratas. Con lui abbiamo parlato di alcuni suoi ricordi legati ai suoi trascorsi in Italia, oltre che del nuovo acquisto nerazzurro.
Mariano, hai vissuto molte stagioni della tua carriera in Italia, che ricordo hai del Belpaese?
"La cosa più bella che ricordo dell'Italia è legata alla mia vita privata più che al calcio, ovvero la nascita dei miei figli italiani. Costanza, nata a Palermo nel 2005 e Vito nato a Catania nel 2011. Poi ho, ancora oggi, un sacco di amicizie che mi legano al vostro Paese: sono questi i primi pensieri che faccio quando penso al mio passato lì".
Per quanto riguarda invece l'ambito sportivo?
"Ho giocato più di 150 partite in serie A e sono orgoglioso di quello sicuramente. Avrei potuto giocare anche di più, ma va bene così. Secondo me è il campionato più difficile da giocare e mi manca tutto della vita in Italia".
Sono molti gli argentini che approdano, come è stato nel tuo caso, direttamente in Serie A. Quanto è difficile per un giovane fare il salto?
"E' molto difficile. Io sono arrivato nel 2005 a Palermo è stato per me un salto incredibile da tutti i punti di vista, perché avevo soltanto 22 anni. Ma arrivare in italia è sempre un sogno per noi giocatori argentini infatti sono riuscito ad abituarmi subito".
Una squadra dalla grande tradizione argentina è l'Inter, che in questi giorni ha completato l'acquisto di un giocatore che tu hai conosciuto all'Estudiantes, Correa.
"Sì, Joaquin l’ho intravisto agli inizi, era appena un ragazzino, abbiamo giocato poco tempo assieme.Ma con il passare degli anni l'ho visto crescere tantissimo ed oggi à un giocatore ormai affermato, un campione che può fare bene ovunque. Sono contento per lui perché oltre ad essere un grande campione è un bravissimo ragazzo".
Con lui, nonostante la partenza di Lukaku, l'Inter può provare a riconfermarsi campione d'Italia?
"Penso che quello che è appena iniziato sia il campionato più equilibrato degli ultimi anni. L’Inter è campione in carica, quindi oltre alla grande tradizione che ha, ha anche l'obbligo per il valore dei giocatori di provare a lottare per ripetersi".
Come vedresti El Tucu in coppia con un altro argentino, Lautaro Martinez?
"Beh, Martinez-Correa è una coppia giovane, dinamica, che porta tanti gol… credo che possano diventare una delle coppie più forti d’Europa, senza dubbio".
Hai giocato in un Catania con una folta colonia argentina, una delle poche squadre che è riuscita a fermare l'Inter di Mourinho nella stagione 2009/10.
"E' vero! Anche se quel catania non era soltanto degli argentini, ricordo Mascara, Biagianti, Martinez, Terlizzi (che conoscevo già dal Palermo). Comunque è rimasta a tutti l'immagine del Catania degli argentini e va bene così: eravamo in tanti e per fortuna abbiamo fatto bellissime stagioni per una città fantastica".
Cosa ha significato per voi argentini la vittoria dell'ultima Copa America?
"Che l'Argentina, ma soprattutto che Leo vincesse la coppa America è stato veramente un... sollievo! Dopo tanti tentativi era giusto che vincesse qualcosa con la Seleccion. Ci abbiamo provato in passato, ma sono contentissimo per tutti i ragazzi di questo grande gruppo".
Chiudiamo con il tuo futuro: ti piacerebbe tornare in Italia un giorno, magari dopo il ritiro in altre vesti?
"Certo, penso sempre ad un possibile ritorno, anche per visitare i tanti amici che ho lasciato. Ho ancora un altro anno di contratto, ma in futuro mi piacerebbe allenare in Italia. Mi sto preparando per diventare un buon mister!".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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