Zhang e il futuro
L'arrivo di Steven Zhang a Milano, un giorno prima del previsto, porta l'attualità dell'Inter a dedicarsi parallelamente al presente di uno scudetto da conquistare e al futuro da organizzare.
Zhang ha un’agenda ricca, causata anche da un cambio di scenario improvviso che ha innescato il piano B, dopo che il piano A è stato organizzato per mesi, bloccando tutte le altre ipotesi di fondi di investimento interessati ad entrare in società.
Naufragata la Superlega Suning ha sbloccato immediatamente l'ingresso di Bain Capital e si prepara a concordare con i dirigenti le modalità e la politica che il club dovrà intraprendere nel futuro. I procuratori fanno la fila per parlare dei rinnovi alzando la posta, Antonio Conte vuole capire che tipo di Inter gli verrà messa a disposizione e anche il suo rinnovo sarà un tema, il sindaco di Milano Sala, nonostante la risposta durissima della società un mese prima, dovrà essere rassicurante sulla stabilità della proprietà per la costruzione del nuovo stadio (se mai verrà realizzato un giorno).
Oggi Zhang dovrà parlare con i dirigenti delle sue vere intenzioni ma il fatto che Suning fosse coinvolta nella faccenda della super league, smentisce che volesse vendere l'Inter.
L’Inter di oggi deve anche comprendere quali siano i veri motivi che la stanno portando ad essere di nuovo vincente, se il criterio è meramente economico e dunque soprattutto gli investimenti fatti due anni prima con Conte, Barella e Lukaku siano stati quelli che hanno fatto la differenza, così come l’ultimo acquisto in termini di tempo, ovvero Hakimi, che ha riempito una casella importante come la fascia destra, o si tratti di un progetto che avrebbe comunque raggiunto il successo, come dimostra la costruzione di un reparto difensivo caratterizzato da Skriniar, De Vrij e Bastoni, che è da due anni il migliore per distacco. Ci deve essere vita oltre l’attuale allenatore, qualcosa che faccia immaginare un percorso vincente grazie ad un metodo di lavoro che prescinde dagli interpreti, sempre considerando che il livello deve restare alto.
Servirà capire se si sarà in grado confermare il gruppo e poi migliorarlo con innesti che siano più convincenti di quanto hanno potuto esserlo i Vidal, i Kolarov e i Pinamonti, i quali sono stati i gli unici acquisti della scorsa estate, quando la crisi economica di Suning era esistente ma non ancora acclarata come a gennaio di quest’anno.
L’Inter intanto con lo scudetto va a guadagnare di più, acquisisce un’esperienza vincente che trasferisce automaticamente un valore che molti dei giocatori in rosa non hanno mai avuto nella loro carriera, donando una prospettiva e una convinzione che potrebbero essere determinanti per le prossime stagioni.
Con il titolo avrà anche il non trascurabile vantaggio di essere messa in prima fascia nei gironi di Champions e una possibilità più concreta di passare il turno, oltre ad un maggiore guadagno, sempre che l’anno prossimo il pubblico possa tornare in parte allo stadio.
Paradossalmente ci sono più critiche del lecito. Certo, c’è da capire cosa accadrà al club, la campagna acquisti, lo stadio e gli equilibri interni, ma il tema invece di una possibile festa, per molti è un intempestiva carica contro Handanovic il quale ha certamente fatto una stagione ricca di errori ma ha anche fatto parate importanti e decisive, continuare la matrice juventina di Antonio Conte e il suo gioco. C'è un’incapacità di gustarsi il presente, vivendo più un livore, con una vis polemica che almeno in questi giorni è fuori luogo.
L’importante è che l’Inter ora conquisti lo scudetto definitivamente, senza scordarsi che fino al 13 febbraio era dietro al Milan e se ci avessero detto che il 2 maggio, a 5 giornate dal termine, avrebbe potuto avere la prima chance di vincere il titolo ci saremmo fatti una risata.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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